Quando l’operetta si sposa con il varietà

Pippo Santonastaso presenta "Varieté d'operetta", lo spettacolo musicale fatto di arie e scenette che domenica approda al Teatro di Varese

Dopo La vedova allegra, Varese torna a sorridere con la Compagnia dell’Oniro: Pippo Santonastaso, divertente comico italiano nato con il varietà, attore in diverse commedie all’italianadomenica ritorna all’Apollonio come regista e attore del Varieté d’operetta. Insieme a lui ancora le grandi voci liriche della Compagnia dell’Oniro, da Edoardo Guarnera, tenore noto in Italia e all’estero (ha cantato anche a Roma, Napoli, Mosca, Parigi, Strasburgo, e si è esibito con il Bagaglino) e Annalisa Massarotto, soprano lirico.

Come si svolgerà lo spettacolo di domenica?

Domenica ci sarà una carrellata delle arie più belle delle operette più famose: da Cincillà al Paese dei campanelli, dal Cavallino bianco alla Vedova Allegra. Canteranno gli stessi artisti della Vedova Allegra (tra cui Edoardo Guarnera, direttore artistico della Compagnia dell’Oniro, una tra le voci più famose in Italia, ndr). Ad intrattenere tra un’aria e l’altra ci sarò io, nei panni di un comico presentatore armato di bloc notes che esordirà con la frase «Io sono qui per caso». Insieme a me Italo Ciciriello, con cui preparerò duetti comici, e tante altre scenette divertenti tratte dalle operette.

Si può dire che l’obiettivo dei vostri spettacoli sia avvicinare la gente comune all’operetta?

Non si tratta tanto della gente comune, quanto dei giovani, che spesso pensando all’operetta si immaginano uno spettacolo "vecchio". Noi progettiamo spettacoli allegri e divertenti, in particolare io insisto sul giocare con la gente con il cabaret, coinvolgendola, e le riposte sono sempre state positive: anche i ragazzi sanno di potersi divertire a teatro. Devo dire che il pubblico di Varese è non solo molto preparato per l’operetta, ma anche ben disposto a divertirsi.

Questo nuovo modo di portare in scena l’operetta ha e ha avuto altri interpreti o è nato con la Compagnia dell’Oniro?

E’ una forma assolutamente nuova dell’operetta, ce la siamo inventata noi: prima non esisteva nulla di simile. Oggi capita che altre compagnie più "tradizionaliste" ci vengano a vedere e ci copino qualche elemento, si sono accorti che la nostra è una formula vincente, ma noi restiamo gli unici nel nostro genere. Io sono capitato nella Compagnia dell’Oniro per caso: Franco Pulvirenti, uno dei due produttori (l’altro è Ermanno Pedrini) lavorava per conto di una compagnia di operette, decise di fondarne una sua per dare un taglio nuovo all’operetta e dopo due/tre anni la affidò a me.

Come mai fu scelto proprio lei?

Penso perché punto molto sulla semplicità comica, gradevole a tutti, anche ai bambini, fatta di errori, scivolamenti e cadute, con una speciale attenzione alla mimica. Io ho iniziato a fare spettacolo negli anni ’70, ho debuttato nel varietà con mio fratello Mario (con cui mi esibisco tuttora): le nostre erano scenette "alla Ale e Franz". Pulvirenti ha puntato su questa qualità del mio essere attore e non mi ha mai dato ordini, mi ha sempre lasciato fare.

Prima invece c’era Franco Oppini…

Non lo conoscevo in quel periodo, mi sembra però che Oppini giocasse sul ruolo dell’attore brillante, non del comico. Si tratta di due cose diverse: il comico nasce comico, è una questione di fisico, mimica, simpatia, porta a un feeling immediato con il pubblico, che accetta l’attore come buffo già al suo ingresso in scena, sorride ancor prima che la battuta lo faccia ridere. L’attore brillante invece deve conquistarsi il pubblico con battute brillanti.

Le è mai capitato di essere criticato con l’accusa di banalizzare l’opera lirica?

Io non mi sono mai coinvolto nell’opera lirica, dove ci sono solo parti cantate. Mi sono sempre impegnato nell’operetta, che è diversa dall’opera lirica, si tratta di una "commedia musicale", a metà tra l’opera lirica e il varietà, che già in origine ha uno spirito leggero e divertente. Ho partecipato, in realtà, a due opere liriche, ma in entrambe era previsto un personaggio che non cantasse: ho fatto Il Macco e il servo muto ne La serva padrona.
All’inizio ho dovuto combattere con lo scetticismo di attori e cantanti provenienti dalla tradizione, ma la risposta del pubblico è stata da subito positiva e così anche loro sono entrati nello spirito dello spettacolo.


"Varieté d’operetta"
della Compagnia dell’Oniro, con Edoardo Guarnera e Pippo Santonastaso
Domenica 25 febbraio, ore 16 Teatro di Varese
Prezzi interi: Platea 25 euro; Galleria 1 19 euro; Galleria 2 13 euro

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 23 Febbraio 2007
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