Quindici anni fa il trapianto di rene: “Vi racconto l’inizio di una nuova vita”
La testimonianza di Daniele ed Enrico: "È il nostro modo per dire che la vita può ricominciare, che la solidarietà esiste e che la cura può fare miracoli. È anche un invito a riflettere sull’importanza del gesto di donare, in tutte le sue forme"
La testimonianza di Daniele ed Enrico. Una storia di rinascita e gratitudine, nata da un gesto che ha cambiato tutto
Ci sono giorni che dividono la vita in due: un prima e un dopo, come una linea tracciata all’improvviso dal destino. Per noi, quel giorno è stato domenica 19 dicembre 2010, una data che porteremo per sempre nel cuore, perché allora abbiamo ricevuto qualcosa che non si può misurare: un trapianto di rene.
Da quel momento sono passati quindici anni. Quindici anni di nuova vita, di rinascita, di gratitudine. Il nostro “dopo” è iniziato quando la paura ha lasciato spazio alla speranza e il dolore si è trasformato in possibilità. Ogni giornata ha assunto un peso diverso. Ogni respiro, ogni passo, ogni sorriso è una conquista. Vivere non è più un’abitudine, ma un privilegio, restituito dal coraggio e dalla generosità di una persona che non abbiamo mai conosciuto, ma che sentiamo accanto ogni giorno.
Il nostro pensiero va anche alla vedova del donatore. A lei va il nostro grazie più profondo e sincero, per la forza con cui ha affrontato un dolore immenso e per la dignità con cui ha accompagnato un gesto che ha cambiato la nostra vita. Non c’è giorno in cui non pensiamo a lei, al suo atto, alla sua umanità. Sapere che un sacrificio così grande ci abbia dato la possibilità di vivere appieno ci ricorda quanto la vita sia, allo stesso tempo, preziosa e fragile.
Il cammino non è stato semplice. Abbiamo affrontato paura, incertezza e fatica: esami, ricoveri, attese, notti insonni. Ci sono stati momenti in cui il futuro sembrava lontano e ogni piccola difficoltà appariva insormontabile. Ma non siamo mai stati soli.
Abbiamo incontrato persone straordinarie: medici, infermieri e operatori socio-sanitari che ci hanno accompagnato con competenza, dedizione e umanità. Ogni parola di incoraggiamento, ogni gesto di attenzione, ogni sorriso ci ha dato la forza di andare avanti. A loro va la nostra riconoscenza più profonda.
Vogliamo ringraziare gli ospedali di Gallarate, Somma Lombardo, Angera, Cittiglio e Asti e, in particolare, il Centro Trapianti Le Molinette di Torino, dove è avvenuto l’intervento. In tutte queste strutture abbiamo trovato mani esperte e cuori aperti: persone che non si sono limitate a curarci, ma che ci hanno ascoltato, sostenuto e incoraggiato.
Un posto speciale nel nostro cuore lo occupa l’Ospedale di Varese e, in particolare, il reparto di Nefrologia. È lì che Enrico è seguito e curato da diciotto anni: un percorso lungo, fatto di controlli costanti, di fiducia costruita nel tempo e di un rapporto umano che va ben oltre la semplice cura.
Un ringraziamento speciale va dunque alla sanità lombarda e piemontese, che ci ha garantito cure di altissimo livello, e un grazie ancora più grande alla sanità italiana che, ogni giorno, spesso tra mille difficoltà, continua a salvare vite con passione e professionalità. Grazie all’Italia che ha reso possibile oggi ciò che un tempo sarebbe stato semplicemente impensabile.
Questa è la nostra testimonianza. È il nostro modo per dire che la vita può ricominciare, che la solidarietà esiste e che la cura può fare miracoli. È anche un invito a riflettere sull’importanza del gesto di donare, in tutte le sue forme: un atto che può cambiare il destino di qualcuno, così come ha cambiato il nostro.
Oggi siamo qui, quindici anni dopo, per dire una sola parola. Una parola semplice, ma piena di significato: grazie. Grazie anche a chi ci sta leggendo. Speriamo che la nostra storia possa dare forza a chi sta affrontando gravi difficoltà e ricordare a tutti che non bisogna mai smettere di credere nella vita. A chi lotta ogni giorno con la malattia vogliamo dire: non arrendetevi. Anche nei momenti più bui, la speranza può arrivare.
E noi, ogni volta che ricordiamo quella data, domenica 19 dicembre 2010, sentiamo ancora il calore di chi ci ha donato la vita e il peso, insieme alla bellezza, della responsabilità di viverla pienamente.
Daniele ed Enrico
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