L’università Cattaneo fa “13”

Inaugurato l’anno accademico 2003/04. Importante prolusione di Fausto Pocar sulla costituzione europea

«Non possiamo essere vecchi e stanchi nel pensiero. Se liberiamo la mente dalle nostre paure, ci possiamo accorgere che il futuro sarà il tempo delle scelte, chiamerà nei diversi ambiti le persone a decidere come vorranno essere, sarà molto più pluralista del passato».
Le parole del rettore Gianfranco Rebora a chiusura del suo intervento non potevano esser più chiare nell’indicare la visione che l’università Cattaneo può avere rispetto al futuro. Questi 13 anni hanno rappresentato un autentico successo per l’università di Castellanza. Si sono laureati 2.533 allievi di cui 2.212 in economia, 264 in ingegneria 77 in giurisprudenza. Sono stati anche 278 i master di diplomi universitari. Laureati che hanno trovato lavoro in pochi giorni nel caso di quelli di ingegneria, un mese per quelli dei corsi di economia e due mesi per gli studenti di giurisprudenza. Ha ragione quindi Paolo Lamberti, presidente dell’Università Cattaneo, quando dice che «l’ascolto dell’ambiente esterno, nelle sue varie componenti attive, è un passaggio fondamentale per fare dell’università una istituzione effettivamente utile alla realtà che la circonda (…). Il dato quantitativo conferma dunque che la nostra università è coerentemente inserita nell’ambiente in cui opera, che viene percepita come una istituzione di riferimento».

 

La giornata di oggi, nella classica aula magna, ha visto la partecipazione massiccia di personalità istituzionali, del mondo dell’imprenditoria, della scuola e della politica. Lamberti ha potuto portare dati positivi anche rispetto alle immatricolazioni del nuovo anno accademico. Un incremento del 21 per cento rispetto all’anno precedente. A questo si unisce anche un dato qualitativo: un terzo degli iscritti si è diplomato con una votazione tra i trai 90 e i 100 e il 13 per cento hanno addirittura conseguito il voto di 100 alla maturità. Rebora ha tenuto però a sottolineare che «il nostro obiettivo non è di essere l’università di un’elite ristretta, o di tanti primi della classe, ma di ragazzi “normali”, dotati di buone ma non necessariamente eccezionali attitudini, che abbiano volontà di operare in contesti stimolanti, di assumersi responsabilità, di inserirsi in un gioco di squadra».

Entrando più nello specifico di cosa vuole essere l’università Cattaneo, Rebora ha affermato che «tenere vive e alimentare continuamente le competenze e la creatività delle persone è fondamentale per il successo dell’università. Per essere un’università di tipo nuovo, votata all’innovazione, è necessario costruire una squadra unita, integrata, solidale, capace però anche di stare in tensione, di accettare gli stimoli di ciò che è nuovo e diverso, di sviluppare creatività ed evitare il conformismo».

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Pubblicato il 01 Dicembre 2003
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