Marco Airaghi nella commissione parlamentare sui rifiuti
La commissione d'inchiesta è stata istituita la scorsa settimana e vigilerà sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse
Il 13 febbraio si è insediata in Parlamento la commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo di rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse. Componente della commissione è stato nominato anche l’onorevole del collegio di Saronno Marco Airaghi di Alleanza Nazionale.
Si tratta di una commissione molto importante per il territorio saronnese. Lo stesso Airaghi ritiene tale incarico di notevole importanza per tutta la zona, vista la presenza sul territorio delle maxi discariche regionali di Gerenzano, Gorla Maggiore e Mozzate. Il Parlamentare conferma inoltre il proprio impegno «per la tutela ed il recupero ambientale del territorio di un’area già duramente degradata e che sopporta in modo assolutamente iniquo l’onere dello smaltimento dei rifiuti».
La Commissione bicamerale sarà in carica per tutta l’attuale legislatura ed avrà i compiti di svolgere indagini atte a far luce sul ciclo dei rifiuti, sulle organizzazioni che lo gestiscono, sui loro assetti societari e sul ruolo svolto dalla criminalità organizzata; individuare le connessioni tra le attività illecite nel settore dei rifiuti ed altre attività economiche, con particolare riguardo al traffico dei rifiuti tra le diverse regioni del paese e verso altre nazioni; verificare l’attuazione delle normative vigenti e le eventuali inadempienze da parte dei soggetti pubblici e privati destinatari delle stesse; verificare i comportamenti della pubblica amministrazione centrale e periferica, al fine di accertare la congruità degli atti e la coerenza con la normativa vigente; verificare le modalità di gestione dei servizi di smaltimento dei rifiuti da parte degli enti locali e i relativi sistemi di affidamento; proporre soluzioni legislative ed amministrative ritenute necessarie per rendere più coordinata ed incisiva l’iniziativa dello Stato, delle regioni e degli enti locali, anche attraverso la sollecitazione al recepimento di direttive comunitarie non introdotte nell’ordinamento italiano.
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