Gli agronomi rivendicano la titolarità della gestione del verde
Varese – Agronomi e forestali riuniti a Palazzo Estense per fare il punto della situazione. C'è ancora troppa ignoranza sul loro ruolo
Rivendicano uno spazio che è stato loro tolto per superficialità o per ignoranza. Sono i dottori agronomi e i dottori forestali, professionisti del verde e dell’ambiente, riuniti a Varese per la Giornata di Studi che si svolge annualmente in una diversa provincia lombarda.
«Organizzando questo nostro incontro nella città giardino – spiega Daniele Zanzi , presidente dell’Ordine provinciale – non potevamo che affrontare la questione del verde urbano e del piano dei servizi. Spesso, nelle commissioni edilizie, l’agronomo non è invitato. Ma questa pratica non è corretta. Sia perchè c’è una legge che sancisce il nostro ruolo, sia perchè solo gli agronomi sono in grado di valutare se un terreno è agricolo o meno e, quindi, se la destinazione edilizia comporti un sacrificio per l’agricoltura».
Daniele Zanzi non vuole recriminare, ma il loro ruolo è determinante nell’organizzazione di un territorio, per non impoverire una zona sia dal punto di vista agricolo, sia da quello economico, perchè dietro un campo coltivato c’è anche lavoro: «In Svizzera, c’è maggiore sensibilità. Chi lavora la montagna e pulisce i boschi viene stipendiato. Da noi si assiste ad uno svilimento di questo ruolo con il rischio di abbandonare la montagna a se stessa, con i pericoli che ne possono derivare».
Anche dal punto di vista dell’organizzazione del verde urbano manca spesso la mano dell’agronomo: «Si considera la questione solo dal punto di vista architettonico o estetico, senza considerare che le piante sono viventi e che hanno esigenze da rispettare. E noi siamo gli esperti del mondo vegetale».
Nella nostra regione sono 1500 gli agronomi e 100 lavorano nella nostra provincia. L’obiettivo è quello di riacquistare il ruolo che spetta loro: «Oggi, però, il discorso non è più così strano. C’è maggiore sensibilità. Ci battiamo ancora contro l’ignoranza, nel senso etimologico di ignorare. Ma qualcosa si sta muovendo».
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