I risultati delle elezioni federali svizzere
La lettura delle schede è iniziata a mezzogiorno di domenica. Vincono Unione democratica di Centro e Partito socialista
19.19 – Berna – Sta assumendo proporzioni storiche la débâcle del Centro alle elezioni federali svizzere i cui scrutini sono in corso di ultimazione. Stando alle ultime proiezioni, sia i democristiani (Pdc, in Ticino Ppd) sia i radical-democratici (Prd, in Ticino Plrt) si collocano intorno al 16 per cento dei suffragi, con una perdita di seggi che è più accentuata proprio per i primi. Per parte sua, l’Unione democratica di Centro incrementa i consensi nell’ordine del 4.8 per cento su scala nazionale e, sempre in termini di proiezioni, riuscirebbe a compiere un balzo impressionante (più 12 seggi al Consiglio nazionale; ne aveva ottenuti 44 alla tornata elettorale del 1999) diventando il primo partito anche per rappresentanza nelle aule di Berna. Meno fortunato il Partito socialista, che pur migliorando le posizioni in vari Cantoni (il Ticino, ad esempio) otterrebbe un solo seggio in più (da 51 a 52). Soddisfazione tra i Verdi, il cui 7.8 per cento su scala nazionale costituisce un risultato inatteso dagli stessi responsabili del partito. In Ticino, quando sono state scrutinate le schede di 231 dei 238 Comuni, la flessione del Partito popolare-democratico è sempre più rilevante. E’ naufragato a Lugano l’ultimo sogno leghista di una sia pur parziale rimonta: le urne nel principale centro del Cantone hanno regalato soltanto un 10 per cento dei suffragi al movimento di Giuliano Bignasca, unico a lasciare sul campo un seggio (quello che fu di Flavio Maspoli).
17.48 – Bellinzona – La mobilitazione è riuscita, eccome. Anche se non riuscirà ad ottenere un terzo seggio al Consiglio nazionale, il Partito socialista può legittimamente considerarsi vincitore delle elezioni federali per quanto riguarda il Canton Ticino: 24.5 per cento (più 6.3), risultato al quale è da aggiungersi il 2.5 per cento (più 1.3) conseguito dai Verdi. Per contro, ha le caratteristiche della catastrofe il crollo della Lega dei Ticinesi, che secondo le ultime proiezioni verrebbe superata anche dall’alleata Unione democratica di Centro attestandosi ad un modestissimo 7.3 per cento (aveva ottenuto il 18.5 per cento 4 anni or sono). A beneficiare dello spostamento di consensi sarebbe il Partito liberal-radicale, che pur progredendo in misura modesta (28.4 per cento contro il 27.9 per cento del 1999) potrebbe affiancare Laura Sadis ai Fulvio Pelli ed a Fabio Abate, consiglieri uscenti. In calo, ma con 2 parlamentari riconfermati nelle persone di Chiara Simoneschi-Cortesi e di Meinrado Robbiani, il Partito popolare-democratico.
16.54 – Bellinzona – Tutto come da previsioni: Unione democratica di Centro e Partito socialista, ossia Destra e Sinistra, sono i vincitori delle elezioni federali svizzere in corso di scrutinio. Arretrano invece Prd (radical-democratici, in Ticino liberal-radicali) e Pdc (democristiani, in Ticino popolari-democratici), ossia le formazioni “borghesi” del Centro. L’avanzata dell’Udc, che in alcuni Cantoni è progredita tra il 7 ed il 10 per cento, è ancora da verificarsi in termini di seggi sia al Consiglio nazionale (Camera bassa) sia al Consiglio degli Stati (“Senato” delle regioni): di certo vi è lo “sfondamento”, al limite del clamoroso, nell’area francofona della Confederazione. Per quanto riguarda il Canton Ticino, nella lotta per i 2 seggi al Consiglio degli Stati dovranno andare al ballottaggio sia Dick Marty (liberal-radicale) sia Filippo Lombardi (popolare-democratico), che hanno staccato i candidati del Partito socialista e della Lega dei Ticinesi senza tuttavia raggiungere il “quorum” necessario per l’elezione al primo turno. Sul fronte del Consiglio nazionale, 7 degli 8 seggi sono già sicuri nelle mani di Plrt (2), Ps (2), Ppd (2), Lega o Udc (1: le liste sono congiunte). L’ottavo seggio, perso dalla Lega (il cui ex-parlamentare Flavio Maspoli ha voluto presentarsi con lista propria, e senza successo alcuno), potrebbe essere appannaggio dei socialisti (che godono della congiunzione con i Verdi) o dei liberali-radicali. Proprio in casa liberal-radicale, tuttavia, potrebbe maturare una sorpresa clamorosa: Fabio Abate, consigliere nazionale uscente, è insidiato dalla collega Laura Sadis. Quando sono state scrutinate le schede di 168 dei 238 Comuni, Abate ha un vantaggio di soli 59 preferenziali. Determinante sarà a questo punto la scelta degli elettori di Lugano, che ancora manca all’appello.
15.48 – Bellinzona – Si profila un “testa-a-testa” tra liberali-radicali e socialisti, per quanto riguarda il Canton Ticino, nelle elezioni federali svizzere in corso di scrutinio. La netta flessione della Lega dei Ticinesi, che perderà uno dei 2 mandati a Berna per il Consiglio nazionale (Camera bassa), mette di fatto in palio un terzo seggio che Plrt e Ps si stanno disputando: quando è stato concluso lo spoglio delle schede in 87 dei 238 Comuni, i liberali godono di un leggero vantaggio in termini di suffragi (27.0 per cento contro 24.9 per cento), ma i socialisti possono avvalersi dell’apporto dei Verdi (per il momento ancorati al 3.1 per cento). La Lega, pur riuscendo a prevalere ora sull’Udc sua alleata, è accreditata del 7.4 per cento dei consensi. Fuori gioco “Risorgimento ticinese”, lista personale dell’ex-leghista (ed ormai ex-consigliere nazionale) Flavio Maspoli, che si attesta appena sopra l’1 per cento dei voti. 6 degli 8 parlamentari uscenti sono già sicuri della riconferma; a parte il già citato Maspoli, sta clamorosamente rischiando il locarnese Fabio Abate (liberali-radicali), che è insidiato nelle preferenze dalla collega Laura Sadis.. Nella battaglia per il Consiglio degli Stati, ad avvenuto spoglio delle schede in 200 dei 238 Comuni, praticamente certa la necessità di un ricorso al ballottaggio: al pari di quanto avvenuto 4 anni or sono, Dick Marty (liberal-radicale, 33.5 per cento) e Filippo Lombardi (popolare democratico, 30.4 per cento) guidano nettamente la competizione elettorale, ma senza raggiungere il “quorum” necessario per la conferma del seggio al primo turno.
14.52 – Bellinzona – E’ la fine di una carriera politica: Flavio Maspoli, per 12 anni consigliere nazionale, esce mestamente di scena. La lista “Risorgimento ticinese”, creata dal parlamentare transfuga dalla Lega dei Ticinesi, stando alle prime rilevazioni nello scrutinio in corso ha ottenuto soltanto l’1.3 per cento dei consensi. In termini di rappresentanti alla Camera bassa, grande perdente è per il momento la Lega dei Ticinesi, ancorata al 5.0 per cento e sorpassata anche dall’Unione democratica di Centro, che confermerebbe il 6.4 per cento conseguito alle ultime Cantonali. Lega ed Udc, coalizzatesi in questa tornata elettorale, perdono almeno 1 dei 2 seggi a Berna; a trarre beneficio e dunque ad incrementare la propria rappresentanza nella capitale federale sarebbe il Partito liberal-radicale, attestatosi per il momento al 31.7 per cento.
14.16 – Berna – Avanzata netta della Destra, progresso dei socialisti, leggera flessione dei liberali-radicali, forte calo dei democristiani. Queste le prime proiezioni a carattere generale sulle elezioni federali svizzere, il cui scrutinio si è aperto alle ore 12.00. Stando alle prime indicazioni, l’Unione democratica di Centro diventa il primo partito nei Grigioni (distanziando nettamente i socialisti) e domina a Zurigo; in controtendenza l’esito della consultazione nel semicantone di Appenzello interno, dove l’unico seggio disponibile per il Consiglio nazionale (Camera bassa) è appannaggio del Partito liberale-radicale. Per quanto riguarda il Canton Ticino, dove lo spoglio ha luogo nei singoli Comuni, le prime indicazioni riguardano il Consiglio degli Stati (Camera alta): Dick Marty (34 per cento) per i liberali-radicali e Filippo Lombardi (29 per cento) per i popolari-democratici sono in testa su Maurizio Merlo (socialisti, 21 per cento) e Giuliano Bignasca (Lega, 16 per cento). Marty e Lombardi, “senatori” uscenti, rischiano tuttavia di dover andare al ballottaggio per mancato raggiungimento del “quorum” necessario
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