Sciopero dei taxi. “No a Uber e abusivi”
La protesta continua fino alle 22 di stasera, riguarda Milano e anche gli aeroporti. Nel mirino, soprattutto l'applicazione Uber che consente di usare le auto NCC come fossero taxi
All’indomani dello sciopero dei trasporti, a Milano tocca ai taxisti: i conducenti delle auto bianche incrociano le braccia dalle 8 di questa mattina alle 22 della sera. Una protesta che riguarda anche gli scali aeroportuali milanesi, Malpensa compresa: «Lo sciopero è principalmente contro l’avanzata di Uber» chiarisce subito Massimo Campagnolo, del Consorzio Taxi Malpensa. La questione è già finita sulle pagine di tutti i giornali nei mesi scorsi: Uber è un’applicazione tecnologica che consente di chiamare in qualunque momento un’auto NCC (Noleggio Con Conducente), "coordinando" per così dire il servizio. Di fatto, si può chiamare un’NCC come si farebbe con un taxi, a un costo poco più alto. La diffusione di Uber ha messo in allarme i taxisti, non solo in Italia ma anche in altre grandi città europee e americane: «NCC a tariffe predeterminate e servizio taxi con tassametro
sono funzioni completamente diverse. Ma di fatto le auto di Uber svolgono un servizio taxi, senza rientrare in rimessa tra un servizio e l’altro come prevede la legge» dice ancora Campagnolo. «Mancano totalmente i controlli: la richiesta che a Milano facciamo a Prefettura e forze del’ordine è di controllare maggiormente le auto NCC e anche gli abusivi». Nei mesi scorsi anche il Comune di Milano aveva emanato una ordinanza specifica per inserire nuove regole per Uber, con una scelta che è stata al centro di diverse discussioni. Nota: nel giorno dello sciopero, Uber ha risposto anche con una scelta che non mancherà di causare polemiche, con uno sconto del 20% le tariffe.
La questione riguarda anche l’aeroporto, anche se Campagnolo riconosce che «a Malpensa l’abusivismo è stato debellato al 95%», nonostante qualche irriducibile e nonostante, anche qui, la concorrenza degli NCC che vengono da fuori, da Calabria, Svizzera, valli varesine (con tanto di inchiesta collaterale). «Il lavoro è calato, siamo alla frutta secca: paghiamo tasse e non possiamo confrontarci con chi è totalmente abusivo».
Tra le file dei tassisti non manca anche qualche caustico riferimento politico: «La protesta nasce dall’atteggiamento di Milano» dice Giuseppe De Bernardi Martignoni, tassista ed esponente di Forza Italia, già assessore alla sicurezza in Provincia. «Non sono intervenuti per tempo, a differenza degli amministratori regionali e dei rappresentanti in Unione Europea che si sono attivati per tempo».
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