La sorella intercettata riconobbe la grafia di Binda
Delitto Lidia Macchi, un particolare emerge dalle intercettazioni telefoniche

Nelle carte di di indagine sulla morte di Lidia Macchi, emerge anche una intercettazione in cui lo sorella dell’indagato, Stefano Binda, riconobbe la grafia del fratello. L’episodio è contento in una intercettazione telefonica ora a disposizione degli avvocati, in cui la donna commenta in casa e parlando con la madre un servizio televisivo sulla vicenda nel quale viene mostrata la lettera “In morte di un’amica”. Vedendo il testo sullo schermo avrebbe affermato che quella è la grafia di Stefano.
La notizia va ovviamente calata nel processo e va presa con cautela ma potrebbe essere interessante per la tesi dell’accusa, secondo la quale chi scrisse quella lettera ai genitori di Lidia sapeva qualcosa di quanto accadde quella notte. E dovrebbe essere l’assassino.

(l’avvocato Sergio Martelli difende Stefano Binda)
Intanto la Procura generale di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per Stefano Binda, l’udienza preliminare potrebbe essere fissata prima di natale. Il processo si terrà a Varese. Può darsi che non sarà Carmen Manfredda a condurlo. La procuratrice è prossima alla pensione.
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