La missione dei “tombaroli”: tutelare la memoria dei varesini illustri
L’invito per i giornalisti è perlomeno curioso: l’appuntamento è infatti per giovedì 9 maggio, alle ore 11, al cimitero di Giubiano

L’invito è perlomeno curioso: l’appuntamento è infatti per giovedì 9 maggio, alle 11, al cimitero.
Più precisamente, al Cimitero Monumentale di Giubiano, davanti alla tomba del direttore d’orchestra Roberto Moranzoni (per la cronaca, è al Campo K, n. 114): qui, il misterioso gruppo dei Tombaroli svelerà il suo programma e illustrerà la prima iniziativa. Va da sè, alla fine della presentazione il rinfresco sarà a base di “ossi dei morti” e di “Inferno“: nel primo caso si tratta dei tradizionali biscotti novembrini, nel secondo del noto vino valtellinese.
Ma chi sono i tombaroli? Sgomberato il campo dall’ipotesi di una inquietante nuova lista – in questi tempi di elezioni tutto è possibile – e esclusi i noti saccheggiatori di tombe etrusche, una prima anticipazione possiamo già averla: i Tombaroli, infatti, nascono da un’idea di cinque varesini noti nell’ambito culturale: Alessandro Ceccoli, Cesare Chiericati, Mario Chiodetti, Roberto Gervasini ed Emilio Ghiggini.
Tutti con un obiettivo meritevole: si propongono infatti, tra le altre cose, di recuperare alcune tombe di cittadini illustri nel campo dell’arte e dell’imprenditoria, oggi in stato di degrado, raccogliendo fondi per ripristinare scritte e targhe, pulire i sepolcri e, attraverso il ricordo di questi personaggi, “riappropriarsi del legame col passato per riscrivere il futuro”.
«Tra tante realtà seriose che ci circondano e gruppi che si atteggiano a dispensatori di verità a Varese, un pizzico di dissacrazione non può che portare benessere – spiegano nella loro prima nota pubblica – Siam Tombaroli”, sì, Tombaroli alla ricerca di tracce del passato, dimenticate o nascoste per incuria o disattenzione. In un mondo in cui molti si vestono di serietà proponendo banalità o sdoganando bestialità, un pizzico di sana follia non può che essere utile».
Il primo passo dei Tombaroli sarà indirizzato verso il recupero del sepolcro del direttore d’orchestra Roberto Moranzoni: Moranzoni nacque a Bari da una famiglia veneziana, e dopo gli studi musicali a Pesaro fu scoperto da Mascagni, che gli affidò la direzione di sue opere.
Sposò a Varese nel 1907 il soprano Maria Camporelli, si separò e convisse in città, nel rione di Bosto, dal 1923 con un altro soprano, Juanita Caracciolo, da cui ebbe un figlio morto subito dopo il parto assieme alla madre.
Lasciò così Varese per tornare in America, dove nel 1918 aveva tenuto a battesimo il “Trittico” di Giacomo Puccini. Alla fine, morì a Desio nel 1959 , ed è sepolto a Giubiano, assieme ai genitori.
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