I King Crimson sono allo sbando, ma creano un altro capolavoro
Il loro secondo album li conferma unici al mondo
Abbiamo visto sei mesi fa che i King Crimson avevano stupito il mondo creando di fatto il prog: ma come gruppo erano instabili tanto che alla fine della prima tournée americana si erano sciolti perché 3 su 5 se ne erano andati. Ma la richiesta di un nuovo disco li portò a metterlo insieme comunque, inaugurando quel concetto di “gruppo aperto” intorno al chitarrista Robert Fripp. Un lavoro inferiore, quindi? Non scherziamo: un altro capolavoro. Con anche “un’alzata d’asticella” nel prendere e rielaborare in chiave elettrica un brano sinfonico – che rischiò poi di diventare la colonna sonora di Star Wars – del compositore inglese del primo novecento Gustav Holst, i cui parenti però non accettarono la versione, che fu un po’ cambiata e rinominata The devil’s triangle: da notare che, nonostante la complessità, faceva parte del loro repertorio live! L’eccellente Mike Giles si prestò ancora per la batteria, suo fratello Pete per il basso, come cantante c’è in un pezzo Gordon Haskell e nel resto Greg Lake (che ottenne in cambio di portarsi via l’impianto voce), al sax Mel Collins, e fa la sua comparsa al piano il jazzista Keith Tippett, che sarà fondamentale nell’album successivo. Morale: con una qualità di questo tipo, nemmeno i problemi di formazione riuscivano a rovinare il risultato finale!
Curiosità: per cantare questo disco fu scritturato per 250 sterline di allora un cantante con un solo album (di scarso successo) alle spalle: avrebbe avuto solo un ruolo di sessionman, senza entrare a far parte del gruppo. Ma poi Robert Fripp decise che non gli sembrava adatto e, come abbiamo visto, cambiò idea. Il nome del cantante? Elton John…
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