Rifiuti, «il problema si vince con una battaglia culturale»

Raccolta differenziata e passaggio da tassa a tariffa tra i temi trattati dall'Ulivo provinciale

 Un’analisi attenta e dettagliata della situazione rifiuti nel nostro territorio quella proposta  in una conferenza-seminario sul problema dei rifiuti tenuta ieri sera presso l’istituto “Interpreti e traduttori” dal gruppo ambiente dell’Ulivo. Dalla serata sono emersi dati abbastanza confortanti per la Provincia di Varese, ma anche la consapevolezza che vi sono ampi margini di miglioramento. Partendo proprio da queste mancanze l’Ulivo lancia la sua sfida in materia ambientale al centrodestra.

Secondo il responsabile ambiente provinciale, il diessino De Simone, il problema di fondo è affrontare la questione rifiuti nella sua completezza, dalla produzione allo smaltimento passando per la raccolta: «Questi tre passaggi fondamentali vengono considerati separatamente, spesso ad occuparsene sono aziende diverse per ciascun settore – argomenta De Simone – Una corretta gestione dei rifiuti invece dovrebbe occuparsi dell’intero ciclo, per poter pianificare ed affrontare meglio costi e strategie». Per migliorare la situazione di Varese, De Simone individua tre punti chiave; battaglia culturale per ridurre la produzione dei rifiuti, potenziare la raccolta differenziata con il rafforzamento del servizio di ritiro a domicilio passare dalla tassa alla tariffa sui rifiuti per premiare i comportamenti virtuosi.

Su quest’ultimo punto, l’unica vera proposta innovativa, si è ha lungo soffermato Michele Giavini, consulente del Consorzio comuni dei Navigli. Il sistema, basato sul principio semplice ma efficace del “chi più inquina, più paga”, prevede che la produzione di rifiuti solidi urbani (RSU) venga calcolata ad ogni famiglia tramite un cartellino elettronico da applicare ai sacchi della spazzatura. A seconda della quantità di RSU prodotti, calcolata sul peso e sul volume del sacco, il singolo nucleo famigliare pagherà una determinata tariffa. Il “modello Navigli”, attivo dal lontano 1995, ha dato ottimi risultati sia per l’ambiente che per i cittadini: «La raccolta differenziata copriva solo il 10% del totale dei rifiuti, mentre ora arriva al 70% – spiega orgogliosamente il dott. Giavini – Inoltre con il passaggio da tassa a tariffa i cittadini, che sono maggiormente responsabilizzati, hanno visto mediamente diminuire del 35% il contributo che versavano per i rifiuti » Presupposto essenziale per l’applicazione di questo metodo innovativo è l’eliminazione dei punti di conferimento anonimi a favore della raccolta a domicilio, maggiormente controllabile e di conseguenza quantificabile.

Ad elencare gli ostacoli che si frappongono tra la Provincia di Varese ed un metodo semplice ed efficace di raccolta rifiuti come quello dei comuni del milanese è stato Fulvio Fagiani, esponente del Coordinamento varesino per i rifiuti. Ostacolo principale è la frammentazione del nostro territorio: «I comuni hanno il diritto di organizzare come meglio credono la raccolta rifiuti – argomenta Fagiani – quindi in un territorio come il nostro, caratterizzato dalla presenza di numerosi comuni anche di piccolissime dimensioni, ci troviamo ad avere una disomogeneità dei metodi di raccolta». Disomogeneità ben simboleggiata dallo scarto tra il comune che raccoglie più rifiuti differenziati, il 71,7%, ed il fanalino di coda della classifica, con solamente il 17,6%. Presupposto fondamentale per fare il salto di qualità nella gestione dei rifiuti è dunque applicare un modello unico per tutta la provincia, o almeno per zone omogenee. Altro grosso problema è infatti la varietà di paesaggio che caratterizza il Varesotto, basti pensare alle differenze tra una città come Busto Arsizio ed un paesino della Comunità montana come Brenta: «La Provincia dovrebbe farsi carico del problema – continua Fagiani –  ed incentivare i comuni a riunirsi in consorzi. La disomogeneità territoriale sarà anche un problema serio, ma undici modelli di raccolta dei rifiuti per una provincia di queste dimensioni sono effettivamente troppi!».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Maggio 2004
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