Quando il primario famoso fece meglio della Gondrand

Microstoria di un reparto d’eccellenza dell’ospedale di Circolo: la neurochirurgia

Nei giorni scorsi, dando la notizia della  nomina del professor Carlo Scamoni a primario di neurochirurgia a Novara, abbiamo accennato alla storia del bel reparto dell’ospedale di Circolo: un lettore ci ha scritto  chiedendo  di poterla conoscere. E’ un  piccolo “amarcord” che intriga anche noi.

Al nostro ospedale la divisione di neurochirurgia inizia la sua attività nel 1967 , primario Mario Bianchi, proveniente dall’Istituto Nazionale Besta di Milano.

Il professor Bianchi è  già noto a Varese perché eseguiva  interventi allo Psichiatrico di Bizzozzero assieme  al professor  Fiamberti, luminare europeo della cura delle malattie mentali.

 La sede della nuova divisione è  nel padiglione centrale del “Circolo”, ma dopo la cessazione dell’attività privata alla clinica Santa Maria,  il professor Bianchi durante un week-end, con l’aiuto della caposala Giuditta e di pochi altri , organizza e guida il trasloco di letti e mobili al primo e al secondo piano della clinica.

Un lavoro perfetto: l’azienda a quei tempi leader settore, la Gondrand, non avrebbe fatto meglio.

Nella nuova sede il mitico “prof” arriverà  ad avere fino a 50 letti e svilupperà un reparto che sarà conosciuto in tutta Italia; inoltre egli farà vera scuola e  formerà i giovani neurochirurghi , tra i quali si sarebbero distinti in particolare Carlo Scamoni e Paolo Fachinetti .

Grazie ad una convenzione con la clinica neurochirurgica dell’Università di  Pavia, il dinamico primario inizia a formare anche i giovani specializzandi.  Nel 1987 va in pensione e gli succede Alberto Dorizzi, che diventerà anche presidente della Società italiana di neurochirurgia: è il periodo di massima espansione della divisione con tre sale operatorie attive tutti i giorni,  14 medici, più di 50  letti a disposizione. Viene introdotta la radiochirurgia stereotassica, allora presente in soli tre centri lombardi;  Dorizzi  inoltre crea due moduli (il modulo è un riconoscimento per una particolare attività svolta ed un affidamento di compiti organizzativi nel campo di questa attività): il primo è di chirurgia spinale affidato a  Paolo Fachinetti, il secondo  di neurostimolazione o neurochirurgia funzionale affidato ad  Alessandro Dario.

Poco prima della fine del suo mandato si aprono la neurorianimazione , che assorbe una decina di letti della neurochirurgia, e il nuovo quartiere operatorio.

Nel  2001 Dorizzi  va in pensione e, dopo una breve reggenza di Fachinetti, il reparto  passa sotto l’egida dell’Università dell’Insubria, c’è l’arrivo da Milano di Giustino Tomei.

I posti letto scendono a  25 poiché un piano della clinica Santa Maria è destinato al secondo reparto di otorinolaringoiatria.

Nel 2003 Scamoni passa nei ranghi dell’Università diventando un associato di Tomei.

Le vacche a neurochirurgia sono però sempre più magre. A causa  di difficoltà logistiche e carenza di personale per circa due anni i posti letto diventano  15. Si ha l’impressione, che tuttora perdura, di una scarsa attenzione della Regione a un reparto di prestigio.

Non è  allora un caso  se nel 2005, creata l’unità di chirurgia spinale affidata a  Paolo Fachinetti ,  per farla funzionare occorra  personale prestato dalla neurochirurgia: le amministrazioni ospedaliere sono costrette a guardare alle spese,  non al servizio ai cittadini e  alla cultura sanitaria che dovrebbe essere invece il primo riferimento soprattutto quando si ha a che fare con chi ha dato prestigio all’ospedale.

Essendo impossibile recuperare lo storico potenziale di intervento della divisione, si cerca di migliorarne lo spettro d’azione, la completezza del servizio alla popolazione: il professor Tomei  prosegue infatti nell’adeguamento tecnologico con l’acquisizione del neuronavigatore e con l’apertura dell’ambulatorio di neurooncologia, che è stata affidata  a Mario Soldati.  E  proprio la neurooncologia e la neurochirurgia funzionale da iniziali complementi e supporti sono diventate punti forti e  pure riferimenti nazionali.

Attualmente i posti letto sono  appena 20  e con  la partenza di Carlo Scamoni per Novara,  la nostra neurochirurgia perde un patrimonio di professionalità. La carriera del futuro sostituto ci dirà se l’ospedale  potrà contare da subito  su di lui o se invece si dovrà attendere che Giustino Tomei, docente universitario,  ne perfezioni la preparazione. Neurochirurgia ha anche  una grande  tradizione in fatto di maestri.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 03 Marzo 2008
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