Studenti in assemblea: “I ricercatori protestano e hanno bisogno di noi”
Aula gremita in via Monte Generoso per l'incontro organizzato dai rappresentanti e dedicato alla riforma dell'università. Tante le domande e le proposte dei ragazzi
Aula gremita in via Monte Generoso, tante domande e voglia di capire cosa sta accadendo all’università. Perché l’inizio delle lezioni è slittato? Perché i ricercatori protestano? Come possiamo far sentire anche la nostra voce? Erano circa un centinaio gli studenti dell’Insubria che hanno partecipato questo pomeriggio all’assemblea indetta dai rappresentanti per discutere insieme sulla riforma Gelmini e sulla protesta che i ricercatori ed alcuni professori stanno portando avanti anche a Varese e a Como.
All’incontro, oltre agli universitari, hanno partecipato anche Stefano Giovannardi (ricercatore della facoltè di scienze di Varese), Franca Marino (ricercatrice della facoltà di medicina) e il professore Marco Cosentino. «Abbiamo organizzato un’assemblea innanzi tutto per incontrarci e informare i nostri colleghi sui contenuti del disegno di legge voluto dal ministro dell’Istruzione – spiega Patrick Tayoun, rappresentante degli studenti in Senato Accademico -. È la prima volta che ci riuniamo per affrontare questo tema dopo le due assemblee organizzate nei giorni scorsi dai ricercatori. Penso che sia importante aprire il dibattito e discutere insieme per conoscere la situazione attuale e le opinioni dei ragazzi».
Dal "pubblico" dell’aula 8 tante mani alzate: erano diverse le domande sul funzionamento delle lezioni in questo periodo caldo ma anche le proposte per sostenere le istanze dei ricercatori. In linea generale, anche se non manca qualche voce fuori dal coro, sembra infatti che i ragazzi vogliano appoggiare il dissenso contro le novità introdotte dal disegno di legge. Il segno più evidente della protesta di ricercatori e precari sta nella dichiarazione ufficiale di "indisponibilità" di molti di loro che hanno rifiutato la didattica attenendosi all’attività di ricerca e più in generale a quanto richiesto dai propri contratti. «I ricercatori hanno l’appoggio di noi studenti – ha dichiarato un altro rappresentante – ma stiamo cercando di individuare qual è la nostra linea comune. Per farlo organizzeremo altri incontri in modo da tenere ancora alta l’attenzione degli studenti. Faremo volantinaggio, passaparola su Facebook e via mail e una raccolta di firme».
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