Hotel di lusso da 65 camere e funicolare: i proprietari del Grand Hotel Campo dei Fiori raccontano i loro obiettivi
Giacomo Mastrorosa e Matteo Ramelli, autori del podcast "Il Grand Hotel Campo dei Fiori di Varese – Storia del simbolo di una città" hanno incontrato e intervistato Elisabetta Gabri e Mauro Morello

Dopo il grande interesse suscitato dal podcast sul Grand Hotel Campo dei Fiori – lanciato lo scorso aprile su Spotify e raccontato da VareseNews qui – arrivano le prime parole ufficiali da parte dei proprietari della storica struttura. E lo fanno direttamente dai saloni dell’albergo, in una lunga e densa intervista che chiude la stagione del podcast.
Giacomo Mastrorosa e Matteo Ramelli hanno incontrato infatti e intervistato quelli che potrebbero essere i due protagonisti della sua possibile rinascita: Elisabetta Gabri e Mauro Morello, imprenditori e fondatori del brand I Palazzi – Historic Experience Hotels, oggi proprietari della struttura attraverso la società Finalba Seconda.
La lunga conversazione – andata online su Spotify e Youtube all’interno del podcast Il Grand Hotel Campo dei Fiori di Varese – Storia del simbolo di una città, curato da Giacomo Mastrorosa e Matteo Ramelli – ha ufficializzato ciò che molti speravano da tempo: il fatto che è stato avviato uno studio di fattibilità per il recupero del Grand Hotel, chiuso dal 1968, e che c’è da parte loro un interesse ad attivare un processo condiviso con enti e istituzioni per restituirgli un futuro. «Il Grand Hotel per noi non è un traliccio, se avessimo voluto un traliccio avremmo comprato un traliccio – spiegano nell’intervista – Noi abbiamo comprato un simbolo».
L’operazione sul Campo dei Fiori si inserisce in una riflessione più ampia sul posizionamento turistico di Varese. I proprietari sottolineano come il numero e la qualità delle strutture ricettive di fascia alta siano elementi strategici per l’attrattività del territorio: «Un turista internazionale valuta anche il numero di cinque stelle presenti su una piazza. Se ne trova zero, si sposta altrove. È un fatto».

NON SOLO ALBERGO: I CONTENUTI DELL’ACQUISIZIONE
I proprietari nell’intervista hanno spiegato di aver acquisito non solo l’albergo, ma l’intero comparto edilizio adiacente: l’ex ristorante, la chiesa, le colonie e parte dell’area boschiva. Un investimento pianificato con visione unitaria. e un ambizione precisa: «Noi l’abbiamo comprato con uno scopo e un’idea di sfida, dove ci siamo detti: magari ci impegnerà per un periodo di tempo molto più lungo delle altre cose che abbiamo fatto, però è talmente forte come oggetto che anche essere attori della sua rinascita è uno scopo nella vita e può essere gratificante».
A questo proposito i due imprenditori hanno confermato che esiste già un progetto preliminare, attualmente in fase pre-autorizzativa, che prevede un hotel da 65 camere con standard elevati ma diversificati rispetto al vicino Palace Grand Hotel, non necessariamente un cinque stelle ma con caratteristiche comunque elevate. Il progetto non sarà gestito esclusivamente dal gruppo: sono in corso infatti contatti con partner specializzati nella gestione alberghiera, per affrontare una sfida complessa, che prevede necessariamente molti attori. Come spiegano: «Quando i numeri saranno corretti, allora sapremo che abbiamo un oggetto da lavorare. E lo faremo insieme: con il sovrintendente, il Parco del Campo dei Fiori, il Comune, la Provincia e Regione Lombardia, oggi molto sensibile a questi temi».
L’intervento – sottolineano infatti – non prevede alcuna nuova volumetria edilizia. Solo restauri e adattamenti minimi per impianti tecnici, sempre nel rispetto dei vincoli paesaggistici e architettonici. Il dialogo con il Parco, la Soprintendenza, la Provincia e gli enti locali è considerato fondamentale.

IL NODO DELLE ANTENNE
Ampio spazio è stato dedicato nell’intervista al tema delle antenne installate sul tetto dell’hotel, oggi unica fonte di entrata. Gabri e Morello si sono detti disposti a valutare un trasferimento parziale o totale, anche su terreni pubblici. «Le antenne non sono per noi determinanti – sottolineano – Lo sono ora, perché l’hotel non ha altra funzione, ma hanno costi anche loro. Abbiamo consulenti nazionali che hanno già fatto sopralluoghi e stimato i costi per il trasferimento. Non tutte necessitano di essere spostate: ad esempio le parabole radio possono restare, altre invece saranno ridiscusse».
Inoltre: «A noi va bene trasferire le antenne su un terreno di terzi, se pubblico fosse meglio. In questo caso si tratta di trovare l’unione di intenti per rendere sostenibile il progetto».
E LA FUNICOLARE?
Uno degli ostacoli maggiori al progetto di una struttura ricettiva attrattiva è rappresentato dall’assenza di un sistema di accessibilità efficiente. Nell’intervista, i proprietari dicono chiaramente che la funicolare va riattivata, ma come parte di un sistema integrato di mobilità. «La riapertura della funicolare è necessaria, ma deve essere parte di un piano più ampio di mobilità integrata che comprenda anche parcheggi adeguati. Non possiamo chiedere ai turisti di fare un percorso tortuoso per raggiungere l’hotel».
Perciò, nei loro intenti, è «Inevitabile la riapertura della funicolare non dedicata esclusivamente al Grand Hotel e di
una accessibilità stradale che non possa essere subordinata a mezzi pubblici. Perché se c’è esclusività l’utente non si può pensare di far arrivare qui qualcuno con un pullman di linea o con o con una navetta pubblica, come ci è stato detto. Se per alcuni basta prendere il pullman in stazione per raggiungere il Grand Hotel o il Campo dei Fiori vuol dire
che abbiamo comprato un traliccio, e non un Hotel. È ovvio che serva una viabilità privata, nel senso che l’utente privato deve arrivare qui con un mezzo privato, questo è inevitabile. Ma noi pensiamo che ci possano essere delle soluzioni. La funicolare va fatta. Ma serve anche un parcheggio, un collegamento semplice da Varese. E serve la volontà delle istituzioni di trovare soluzioni, non di porre ostacoli».

IL FASCINO DEL GRAND HOTEL RICOSTRUITO ANCHE CON GLI ARREDI ORIGINALI
Un passaggio particolarmente significativo dell’intervista riguarda la volontà di recuperare parte degli arredi storici originari del Grand Hotel – tra cui boiserie, lampadari, specchiere, tavoli da biliardo e il bancone del bar – attualmente sottoposti a sequestro giudiziario o dispersi presso privati e rigattieri della zona.
Alcune sedie originali, già restaurate da artigiani varesini, sono state riportate nella struttura: «Per noi il valore non è solo architettonico, ma anche emozionale. Vogliamo restituire un’esperienza autentica, non una scenografia».
DOVE SI PUÒ ASCOLTARE L’INTERVISTA
L’intervista ai proprietari del Grand Hotel è pubblicata nelle due puntate conclusive del podcast Il Grand Hotel Campo dei Fiori di Varese – Storia del simbolo di una città, curato da Giacomo Mastrorosa e Matteo Ramelli e ospitato su Spotify: qui la puntata 1 della puntata 12, qui invece la puntata 2.
Qui invece trovate tutti gli episodi
Su Youtube, invece, le due puntate si possono trovare nel canale Varese Stazione Climatica:
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
Emanuele Zanetti su Motociclista di Ferno ucciso da un orso in Romania
GrandeFratello su Superate le 700 firme per la petizione sul recupero del Grand Hotel Campo dei Fiori di Varese
Felice su Motociclista di Ferno ucciso da un orso in Romania
Stefano64 su Neil Young torna dopo l'enorme successo di Harvest: ma non è il disco che tutti si aspettano
Alessandro Zanzi su Superate le 700 firme per la petizione sul recupero del Grand Hotel Campo dei Fiori di Varese
Felice su La bibliocabina, la panchina e il cane che fa pipì. A Fagnano Olona scoppia la polemica
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.