Davide Van De Sfroos: «Arrivo a Legnano con la mia “sfera” musicale»
Dopo Rimini e Ascoli, l'artista arriva al teatro Galleria marted'ì 10 maggio per una tappa dello "Yanez tour". Per l'estate già previsti concerti all'aperto
Si racconta da Rimini ed è già pronto a partire per Ascoli. Davide Van De Sfroos continua il suo "Yanez tour", che dopo una giro per mezza Italia è pronto a tornare verso il nord. Martedì 10 maggio infatti, l’artista sarà sul palcoscenico del Teatro Gallaria di Legnano. «É un tour che sta andando molto bene. Giriamo teatro molto belli e c’è un grande entusiamo da parte del pubblico. Durante lo spettacolo, che dura circa due ore e mezza, vedo le persone che partecipano ed è una bella soddisfazione». Anche a Legnano arriverà con le sue storie, quelle che prendono vita dai racconti, com’è successo per "Yanez" il brano che ha portato al Festival di Sanremo e che l’ha fatto conoscere il tutta Italia. Un brano fortunatissimo che è a Verona si è aggiudicato il premio del "Corsaro Nero 2011" nell’anno delle celebrazioni del centenario della morte di Emilio Salgari, per il suo riferimento nella canzone a Yanez De Gomera.
Ma quanto è cambiato Davide Van De Sfroos e l’avventura del tour dopo Sanremo?
«Non è cambiato. Ho fatto in modo che Davide Van De Sfroos e i suoi concerti rimanessero gli stessi, prima e dopo Sanremo. Anche al Festival mi sono presentato per quello che sono. É ovvio che con il tempo la mia musica ha avuto dei cambiamenti, sono maturato come artista e anche invecchiato. Se prima sul palcoscenico facevo "quattro salti", adesso ne facci due…»
C’è una data di questo tour che ti ha colpito più delle altre?
«Difficile dirlo. Ci sono serate che ti colpiscono per una cosa e altre che ti emozionano per un’altra. Quando sei sul palcoscenico non vedi il pubblico, hai tutte le luci puntate addosso e ti sembra di essere sempre nelle stesso teatro. É come se, durante il tour, vivessi in una bomboniera che ti accoglie a braccia aperte, tutto si fonde. É come vivere e spostarsi in una sfera».
Hai diverse date anche al sud. Come reagisce il pubblico della Sardegna o della Calabria ai tuoi concerti?
«Con la Sardegna c’è un legame lungo che dura da tempo, ormai ci conoscimo da dieci anni. Credo che nel pubblico nasca una specie di "curiosità esotica" verso una lingua che non è loro. Ci vuole uno sforzo in più per avvicinarsi ad una musica che non è nel tuo dialetto ma basta poco»
Dopo il teatro, tour nei palazzetti?
«I palazzetti per il genere di musica che faccio io non sono il massimo, ma dipende anche dal tipo da serata. Di sicuro, per l’estate, partiranno una serie di concerto all’aperto».
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