Giro: due favoriti per Stefano Zanini

Il ds varesino guiderà con Nardello l'ammiraglia della Geox-Tmc e dirigerà Menchov e Sastre. «In sella ero più tranquillo, ma due campioni così mi danno una grinta pazzesca»

Negli ultimi due anni Stefano Zanini ha commentato quasi quotidianamente per VareseNews le tappe del Giro d’Italia da una postazione privilegiata, l’ammiraglia della allora Footon-Servetto, una delle squadre senza grandi interessi per la classifica generale. Quest’anno invece la formazione italo-svizzera si è trasformata, grazie a due sponsor importanti come la Geox e la bustocca Tmc, e ha potuto ingaggiare un paio di assi del calibro di Denis Menchov e Carlos Sastre. Il russo vinse il Giro nel 2009, lo spagnolo il Tour del 2008: con due corridori simili in squadra il nostro Zazà (e l’altro ds varesino, Daniele Nardello) avrà il suo bel daffare per dare l’assalto alla maglia rosa. Ecco dunque le impressioni a meno di un giorno dal via, raccolte mentre a Torino tutto è pronto per la partenza che ricorda i 150 anni dell’unità d’Italia, sottolineati anche dalla concomitante adunata nazionale degli Alpini.

Zanini, per lei è una vigilia importante: finora non aveva mai diretto due favoriti per la vittoria in un gran tour. Come si sente a guidare Menchov e Sastre?
«Direi che va tutto bene perché Denis e Carlos sono persone simpatiche e gradevoli. Mentre parliamo al telefono Sastre mi sta slacciando le scarpe… si vede che si sente tranquillo prima della partenza (ride ndr). Io sento una grande responsabilità ma mi auguro di essere all’altezza della situazione e di poter fare con loro un bel Giro d’Italia; partono entrambe come capitani ma consci che poi sarà la strada a dire quali saranno i valori interni. Di certo però conoscono il loro ruolo di punti di riferimento per il resto dei compagni, sono pronti e tranquilli e ciò importante per il morale dell’intera squadra. Chiaro che durante le tre settimane avremo bisogno anche di un po’ di fortuna ma le premesse sono buone».

Rispetto alle vigilie di Giro che lei ha passato in sella che differenze ci sono?
«Di certo allora ero molto più tranquillo. Come ho detto sento la responsabilità di guidare una squadra attesa come la Geox-Tmc (foto da: www.geox-tmc.com) però devo dire anche che il mio ruolo mi mette addosso anche una grinta pazzesca e tanta voglia di iniziare e fare del mio meglio».

La Geox è formazione di matrice italiana ma al Giro presenta un solo "azzurro", l’ossolano Cheula. Come mai non avete convocato un giovane talento come Felline?
«Fabio è davvero giovanissimo e mi è spiaciuto non averlo anche perché partiamo dal "suo" Piemonte. Però con Menchov e Sastre abbiamo bisogno di schierare tanti corridori pronti al lavoro nelle retrovie: portare Felline, che è un talento, per farlo faticare in certe circostanze non ci sembrava la cosa migliore».

Veniamo ai favoriti: oltre ai soliti noti chi potrebbe inserirsi nella lotta per la maglia rosa?
«C’è un bello schieramento di corridori forti. Tutti parlano di Contador, Nibali e Scarponi oltre che dei miei due capitani. C’è anche Rodriguez ma io non sottovaluterei Kreuziger o il basco Anton che sono giovani, forti e molto pericolosi».

Un solo varesino al via, Stefano Garzelli: che prospettive può avere? E Basso, che ha rinunciato, si pentirà della sua decisione?
«No, Ivan non si pentirà: è molto concentrato sul Tour e ha già vinto due volte il Giro, quindi può provare a fare una bella corsa in Francia. Certo, per un italiano non è semplice dire no al Giro, però per quest’anno ci sta che abbia come obiettivo la maglia gialla. Garzelli invece credo che possa provare a stare per un po’ in classifica poi, quando la vedrà sfuggire, potrà scatenarsi alla ricerca di una vittoria di tappa. Arrivi buoni per lui ce ne sono, la gamba è ancora buona e quindi penso che lo vedremo davanti».

Accanto a lei ci sarà ancora Nardello?
«Sì certo è qui con me: ci divideremo alla guida delle due ammiraglie. Però, ancora una volta, lo aspettavo con il gelato (è proprietario di una gelateria a Stabio, ndr) ma si è presentato a mani vuote. La scusa è sempre quella che si sarebbe sciolto nel tragitto: cominciamo male!».

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Pubblicato il 06 Maggio 2011
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