L’emozione la ragione di Luigi Sandroni
Doppia mostra la Liceo Artistico e Museo Bertoni per l’artista e grafico gallaratese

L’esposizione ha lo scopo di presentare al pubblico varesino, ed in particolare agli allievi del Liceo, ed ai frequentatori del Museo Bertoni, uno dei protagonisti della produzione di graphic designer storici: come scrive Fabrizio Rovesti, nel catalogo che accompagna la mostra “Pensare che l’uso del computer nel graphic design, o in altri ambiti , sottragga semplicemente manualità – è stato detto- significa non cogliere le sottili modificazioni che produce l’interazione con i sistemi digitali, partendo dall’estensione protesica del mouse, un’estensione sia fisica che mentale del nostro interagire con il computer”.
Sandroni ha usato il computer nella produzione della comunicazione visiva fin dalla metà degli anni ottanta, tuttavia il mezzo informatico è servito all’artista designer per puntualizzare le idee e specificarle, elaborarle, anche se la base di partenza è stata, come ben si potrà ben vedere in mostra , sempre lo schizzo a matita, la frequentazione sempre puntuale fin dagli anni della formazione( 1950 e oltre) della pittura, dapprima nella sua trama figurativa e poi sintetica hanno aiutato il grafico e l’artista ad affrontare il tema dell’espressione figurativa, travalicando i confini, andando ad un certo punto oltre alla copia dal vero ed alla interpretazione della natura. Scrive ancora Rovesti “L’impiego del computer per creare prodotti della comunicazione visiva ha comportato per Luigi Sandroni, a metà degli anni 80, non una sottile modificazione, ma un sostanziale ripensamento de L’art pour l’art. In seguito a tale esperienza creativa, la ricerca che intraprende fa tabula rasa di quell’ordito disegnativo sensibile ai richiami emozionali con cui ha rappresentato sino ad allora il mondo reale. Ora si tratta di riflettere sugli elementi stessi del fare arte, andando verso un ambito più concettuale a scapito di quello meramente narrativo, continuando ad usare gli strumenti classici…”.
Sandroni ha usato il computer nella produzione della comunicazione visiva fin dalla metà degli anni ottanta, tuttavia il mezzo informatico è servito all’artista designer per puntualizzare le idee e specificarle, elaborarle, anche se la base di partenza è stata, come ben si potrà ben vedere in mostra , sempre lo schizzo a matita, la frequentazione sempre puntuale fin dagli anni della formazione( 1950 e oltre) della pittura, dapprima nella sua trama figurativa e poi sintetica hanno aiutato il grafico e l’artista ad affrontare il tema dell’espressione figurativa, travalicando i confini, andando ad un certo punto oltre alla copia dal vero ed alla interpretazione della natura. Scrive ancora Rovesti “L’impiego del computer per creare prodotti della comunicazione visiva ha comportato per Luigi Sandroni, a metà degli anni 80, non una sottile modificazione, ma un sostanziale ripensamento de L’art pour l’art. In seguito a tale esperienza creativa, la ricerca che intraprende fa tabula rasa di quell’ordito disegnativo sensibile ai richiami emozionali con cui ha rappresentato sino ad allora il mondo reale. Ora si tratta di riflettere sugli elementi stessi del fare arte, andando verso un ambito più concettuale a scapito di quello meramente narrativo, continuando ad usare gli strumenti classici…”.

Un’artista Luigi Sandroni, poliedrico e tutto da scoprire, un grafico e produttore di immagini coordinate di ditte come Orlandi, Cantoni e altre tra le migliori del panorama lombardo fino agli anni novanta, di impronta classica. Tutto da scoprire nelle due sedi dell’esposizione con un centinaio di , disegni, tele, lavori plastici e istallativi di sicuro rigore formale e contenutistico.
Luigi Sandroni “Tra emozione e ragione”
dal 28 aprile al 20 maggio
Liceo Artistico Statale “ A. Frattini” di Varese
Valverde 2 – Masnago di Varese
Orari dal lunedì al venerdì dalle ore 9,00 alle 17,30, sabato dalle 9,00 alle 13,30- domenica chiuso.
Museo Flaminio Bertoniù
Tel 0332 820670
Valverde 2 – Masnago di Varese
Orari: giovedì, sabato e domenica dalle ore 14,30 alle ore 18,30.
Ingressi liberi.
L’esposizione rimarrà chiusa il 1° maggio e l’8 maggio (Santo patrono della città di Varese).
testo critico di Fabrizio Rovesti
Inaugurazione 28 aprile
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