Miguel Angel Magnoni, “l’altro” bomber di Reconquista
L'attaccante del Verbano, cresciuto tra Newell's Old Boys e Boca, è nato nella stessa città di Batistuta. E vuole portare i besozzesi sempre più in alto
Una tecnica sopraffina, uno sinistro magico e un senso del gol innato. Tutto questo è Miguel Angel Magnoni, punta del Verbano di classe 1981, che sta cercando di condurre alla salvezza i rossoneri di Besozzo dopo una stagione sfortunata e condizionata da due infortuni lunghi e fastidiosi.Uno come il Gaucho (nelle foto di Fabio Pizzo / Verbano Calcio) però non si arrende tanto facilmente: «Sono felice di essere rientrato e di poter dare il mio contributo al Verbano per questo finale di campionato. Prima la schiena, poi il polpaccio mi hanno tenuto lontano dal campo, ma questi sono i rischi del mestiere: ora sembra essere tutto a posto. Non abbiamo ancora la certezza matematica di rimanere in Serie D, ma credo che con altri 4 o 5 punti potremo portarci a casa una salvezza meritata».
Alle spalle del Gaucho c’è una carriera lunga e segnata da tante maglie fin dai primi calci, come spiega lo stesso Magnoni: «Sono nato a Reconquista (dove è nato addirittura Gabriel Omar Batistuta ndr), ma mi sono trasferito da giovane a Rosario per giocare nelle giovanili del Newell’s Old Boys, prima di trasferirmi al Boca Juniors. In gialloblu mi allenavo con la prima squadra, ma giocavo nel campionato riserve fino a quando sono arrivato il Italia grazie al Brera, squadra milanese che allora ambiva a buoni palcoscenici e a diventare la terza formazione cittadina. Poi ho girato tante squadre, compresa la Pro Sesto ai tempi della C1. Devo dire però che in tutta la mia carriera il posto dove mi sono trovato meglio è proprio il Varesotto, prima alla Sestese e ora al Verbano; dove non mi sono integrato non sono rimasto per più di due mesi (ride)».Questa stagione è ormai alle battute conclusive, ma il Gaucho ha già le idee chiare per l’anno prossimo: «Mi piacerebbe rimanere al Verbano. Non ne abbiamo ancora parlato, ma se mi chiedessero di restare accetterei. Credo che la squadra sia forte e che possa fare molto meglio di quest’anno. Da neopromossa non era facile affrontare questo campionato ma, mantenendo questa rosa che reputo molto buona e aggiungendo la consapevolezza mancata fino ad ora, penso che potremmo dire la nostra ad alti livelli». A patto che il (secondo) bomber di Reconquista continui a essere l’idolo della Bombonera, e pazienza se è non è quella di Buenos Aires ma quella, più spartana, di Besozzo.
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