Vo.La.Re per ridare speranza ai senza tetto
La rete nata tra le associazioni che assistono i senza dimora a Busto traccia il bilancio dell’attività del proprio lavoro nell’attesa che si sblocchi la questione del dormitorio
Ci sono molti gruppi in città attivi per aiutare le persone senza dimora. C’è l’associazione Ali d’Aquila che, ogni sabato, garantisce docce calde e vestiti puliti all’oratorio San Filippo, c’è la Caritas che da tre anni fornisce cene calde a chi vive in stazione, ci sono i SitiCibo che raccolgono gli avanzi dalle mense e li ridistribuiscono alle associazioni di volontariato, ci sono gli scout che aiutano i frati a gestire la loro mensa, ci sono medici, ci sono gli alpini e c’è la Croce Rossa. Ci sono tutte queste realtà che, però, fino a qualche tempo fa, lavoravano isolate le une dalle altre. «Ci siamo uniti due anni fa per evitare doppioni e sprechi di energie su spinta di Monsignor Agnesi», spiega Sara Noli, portavoce del gruppo Vo.La.Re (Volontari che Lavorano in Rete). In una prima fase «abbiamo cercato di conoscerci e di capire se le persone alle quali prestavamo i nostri servizi erano le stesse», continua la portavoce, riscontrando che l’utenza di questi servizi è piuttosto eterogenea.
Oggi la rete, grazie al duro lavoro di questi volontari, offre 10 posti letto nel dormitorio di Sant’Anna, assiste le 8-10 persone che dormono in stazione e la trentina che settimanalmente usufruisce dei servizi di Ali d’Aquila mentre la mensa del convento dei frati offre complessivamente 10 posti (con panini in caso di picchi di richieste). In più c’è l’assistenza sulla strada e nelle stazioni ferroviarie a quanti lì vivono.
E la stazione, appunto, è il centro di chi vive per strada. «In stazione vivono solo italiani -commenta Francesco Nicastro – perchè gli immigrati possono far affidamento ad una forte rete di sostegno reciproco» che permette loro di evitare la vita all’aperto. In più «è la stazione centrale di Busto il collettore di tutti i bisognosi» e quindi «tutti gli interventi per essere efficaci non possono allontanarsi più di tanto da lì». Il riferimento è al travagliato progetto di un dormitorio che, tra le tante proposte sul tavolo, prevederebbe alcune sedi molto lontane dalla stazione. Bisogna poi considerare che «sfruttando proprio treni e autobus» sono molti i senza dimora che «si rivolgono nelle città vicine e ben più attrezzate, specialmente a Legnano».
Ma, nell’attesa che si sblocchi la vicenda del dormitorio, le attività di Vo.La.Re continuano. «Vogliamo iniziare uno sportello di consulenza psicologica sulla strada», continua Sara Noli indicando la linea che vuole seguire la rete: «Dobbiamo sì prevedere finalmente un dormitorio, ma parallelamente bisogna continuare con l’assistenza sulla strada per chi non se la sentirà di andare in quella struttura».
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