Il conventino rinasce, ma solo sulla carta
Un progetto da 5 milioni di euro punta a far rinascere l'edificio di corso Matteotti: “Sarà una struttura con aree pubbliche e private -spiega l’assessore Paola Reguzzoni- e non comporterà costi per il Comune”. Ma la strada è ancora lunga e tutta in salita
Il nome esatto sarebbe "casa Canavesi Bossi" ma ai più è conosciuta come "Il Conventino". E’ una casa del ‘700 di via Matteotti, da molto tempo diventata un rudere, con il tetto crollato e gli ingressi sbarrati. Ora, dopo tanti appelli e pochi fatti, forse qualcosa torna a muoversi. Ad annunciarlo è l’assessore ai lavori pubblici, Paola Reguzzoni, per la quale «la casa non sarà demolità ma sarà ristrutturata prevedendo spazi pubblici affiacati ad aree private».
Una scelta obbligata dal momento che per salvare il palazzo dall’impietoso scorrere del tempo servono molti soldi. Negli uffici del Comune circola già un fascicolo con una prima bozza del progetto per far risorgere la struttura: negozi al piano terra, una caffetteria con accesso alle cantine con volta a botte, uffici nella mansarda e sale pubbliche spalmate in tutto l’edificio. «Un piano di recupero funzionale -spiega l’architetto Sergio Callegari- che prevederà complessivamente 1.900 metri quadri di spazio» ma che sarà subordinato ad un «corposo intervento per via delle pessime condizioni dell’edificio».
In effetti, da molti anni a questa parte, gli unici lavori che hanno interessato la struttura sono stati quelli per evitare che collassasse. Nell’ultimo crollo del tetto, nel 2010, sono stati 50.000 gli euro spesi per salvare la struttura ma per far tornare agli antichi spledori il conventino dovranno essere aggiunti altri 2 zeri. E’ infatti di 5 milioni la previsione di spesa per la ristrutturazione dell’edificio «e sarà inevitabile cercare finanziamenti, pubblici o privati», spiega Reguzzoni. Il piano dell’assessore, infatti, punta ad un edificio che «sia economicamente autonomo» nel quale le aree private generino gli introiti per mantenere quelle pubbliche.
Ma prima che i negozi alzino le serrande e la caffetteria inizi a servire caffè passerà ancora molto tempo. In questa prima fase, che si pone come limite temporale quello della fine dell’anno, l’obiettivo e quello di completare il progetto e trovare i finanziamenti necessari. Poi potranno iniziare i lavori, sempre che si trovino quei 5 milioni di euro.
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