Nuovo statuto comunale, è battaglia sulle “radici giudaico cristiane”

Muro contro muro per inserire nel nuovo statuto l’espressione. Nessun tentativo di mediazione è andato in porto e così il nuovo statuto si è arenato. Ora ci sono solo 30 giorni di tempo per trovare un accordo e votare il testo

Sono stati lunghi mesi di lavoro quelli che hanno portato a far approdare in Consiglio Comunale la bozza del nuovo statuto comunale. Ma è sull’articolo 2 del preambolo che si scatena la bagarre. "La Comunità di Busto Arsizio si riconosce parte integrante e propulsiva di quell’Europa che ha nelle radici storiche, culturali e religiose il fondamento quale vero caposaldo dei valori di democrazia e libertà" recita il testo firmato dai consiglieri Bellazzi, Cornacchia e Speroni. Una dicitura incompleta, secondo il consigliere Enrico Salomi, che dovrebbe espressamente fare riferimento alle "radici giudaico cristiani". Ed è stata battaglia. Marco Cirigliano: «La nostra comunità non deve chiudersi ma aprirsi al mondo». Walter Picco Bellazzi: «Spiegatemi concretamente cosa sono queste radici, perchè se no è solo voler mettere una bandierina su un termine». Cinzia Berutti: «nessuno vuole dimenticare le nostre radici ma dobbiamo riconoscere diritti anche alle minoranze». Proprio per questo la consigliera PD ha proposto l’introduzione di un altra espressione e cioè quella che "la Comunità cittadina riconosce i valori culturali, storici e religiosi delle minoranze presenti sul territorio comunale". Nulla da fare neanche così con Marco Albertini che, lapidario, chiude lo spazio alla discussione («non intendo riconoscere il valore di nessuna minoranza, non c’è margine di trattativa e discussione») e Max Rogora che cita il nonno, «morto per liberare questo Paese».

Neanche la proposta di Paolo Genoni è riuscita a trovare un accordo con il proponente arrivato a ritirarla stracciando platealmente il foglio. Un muro contro muro che si è evidenziato, con poche sorprese, anche nelle votazioni. Per approvare il nuovo statuto comunale servono infatti 17 voti (una maggioranza qualificata, ndr) ma nella votazione complessiva del documento hanno partecipato solo 14 consiglieri.
Il testo ha raccolto così 12 voti a favore, la contrarietà di Marco Cirigliano e l’astensione di Checco Lattuada.
Ora ci sono solo 30 giorni di tempo per trovare una mediazione prima di veder "scadere" il testo. Il consiglio comunale è già stato convocato per il 17 e il 21 luglio per trattare l’argomento. Ma la strada è piena di ostacoli.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 27 Giugno 2014
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