Giuliana Borgatti Bianchi, passione ed entusiasmo a 92 anni
L'instancabile nonnina ha compiuto gli anni da poco e su Facebook è arrivata una pioggia di auguri che lei si è fatta stampare per leggerli. Da sempre impegnata nelle associazioni cittadine, ci racconta la sua storia
Qualche settimana fa ha festeggiato 92 anni e su Facebook, nella pagina “Sei di Induno Olona se..” è stato un tripudio di auguri e ricordi. Stiamo parlando di Giuliana Borgatti Bianchi, conosciutissima in paese grazie al suo instancabile impegno in diverse associazioni cittadine. Un’occhiata all’arredamento di casa sua basta per intuire che non si tratta affatto di una novantenne che passa il tempo in ozio, tutt’altro: documenti da archiviare, riconoscimenti di merito per la sua instancabile attività, foto e ricordi di un lavoro che non accenna a diminuire. Una gran parte del suo tempo è dedicata all’Associazione nazionale combattenti e reduci: «Già da diversi anni sono socia dell’associazione – ci racconta – mi venne naturale decidere di impegnarmi in questa attività perché mio padre aveva combattuto la Prima Guerra Mondiale e ci ha sempre raccontato la sua esperienza. La seconda Guerra Mondiale, invece, l’ho vissuta direttamente: a quei tempi vivevo a Milano e ricordo bene i bombardamenti sulla città».
Il suo lavoro per l’associazione è tenuto in grande considerazione dal presidente, Agostino De Zulian: «La signora Giuliana è fondamentale per il nostro gruppo: svolge lavori di segreteria, segue la corrispondenza, contribuisce agli aspetti organizzativi ed è il cuore pulsante della nostra attività – racconta – L’ Associazione nazionale combattenti e reduci cerca di mantenere vivo il ricordo delle guerre soprattutto in occasioni di ricorrenze, come il 4 Novembre, quando i membri 90enni vengono premiati. Lanciamo anche dei concorsi per i bambini delle scuole primarie, chiamati a riflettere su alcuni argomenti, come la pace o il centenario della Grande Guerra: il vero perno della giuria è Giuliana, che aiuta a scegliere i vincitori». Tutto qua? Niente affatto, perché le giornate sono fatte di ventiquattro ore e “accontentarsi” di aiutare una sola associazione sarebbe limitativo per la signora Bianchi, che mostra tutto il suo entusiasmo: «Ho vissuto da sempre una vita attiva e davvero non posso concepire un’esistenza senza interessi, senza che ci sia voglia di fare e di lavorare ogni giorno». Oltre ad aiutare l’Associazione nazionale combattenti e reduci la signora Giuliana è la più anziana fra gli iscritti alla San Vincenzo, un’associazione che si occupa di aiutare le famiglie meno fortunate della comunità: «Con i pacchi di generi alimentari e il doposcuola del gruppo ‘Gli amici di Pinocchio’ cerchiamo di darci da fare per i nostri compaesani. Mi sono iscritta alla San Vincenzo nel 1965 e da allora non ho mai fatto mancare il mio contributo: che si tratti di impacchettare biscotti o svolgere ruoli di segreteria, io sono sempre presente».
L’elenco di associazioni indunesi che in tutti questi anni hanno avuto il contributo della signora Giuliana è davvero lungo: la Croce Rossa Femminile e ‘Il Portico degli Amici’, la compagnia dialettale cittadina, per fare altri due esempi. Una così lunga e proficua attività non avrebbe potuto non essere arricchita da premi : le civiche benemerenze nel 2012, il premio del Cesvov per il volontariato varesino nel 2014. Una vita costellata di numerose e diverse esperienze nella sua Induno: «Dopo il matrimonio lasciai Milano e mi trasferii qui: nel mio piccolo ho sempre cercato di dare una mano e ancora oggi, quello che posso fare, lo faccio volentieri. La mia soddisfazione è quella di aver lasciato un piccolo segno, di essere ricordata. Io non ho il computer, il non aver mai imparato a usarlo è il mio solo rimpianto: per questo non ho potuto vedere tutti gli auguri che mi sono stati fatti su quel sito (la pagina Facebook, ndr), ma Agostino De Zulian mi ha stampato tutto e così ho iniziato a telefonare a quelli che mi avevano dedicato un pensiero, per ringraziarli. E’ bello lasciare un segno della mia presenza nella società. E proprio questo che dovrebbero imparare i giovani: con la buona volontà si può arrivare a fare tutto».
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