Belen, quando la solidarietà batte la burocrazia
Il gruppo di bustocchi, che sta aiutando la piccola di 4 anni e mezzo affetta da una grave malformazione, ha fatto il punto della situazione a metà del percorso

Stefano Bergamaschi, direttore dell’Aias di Busto Arsizio, ci tiene a mettere le cose in chiaro in merito alla vicenda della raccolta fondi per Belen Cumbajin e insieme a lui anche il consigliere comunale di Sel Marco Cirigliano, l’avvocato Milena Ruffini e il papà di Belen, Diego: «I soldi raccolti per far operare la bimba in Germania (circa 32 mila euro fino ad ora, ndr) li stiamo utilizzando per quello scopo, in attesa di capire quanto, come e quando la famiglia Cumbajin verrà rimborsata dall’Asl». Belen è affetta da una malformazione alla laringe che le impedisce di respirare e nutrirsi normalmente.
I tempi e la modalità con cui arriveranno i rimborsi dall’Asl sono gli unici veri misteri di questa storia che, dal punto di vista della solidarietà e del quadro clinico della bambina, è ormai oltre il punto di svolta: «Dopo il primo intervento su Belen nell’ospedale tedesco, da parte del professor Warner, si notano già i primi miglioramenti – racconta un emozionato Diego – finalmente dopo anni stiamo riportando il sorriso sul volto di mia figlia ma servirà almeno un altro intervento per rimuovere la massa sulla parte destra della faccia». A dicembre verrà eseguito il secondo intervento.
Il direttore di Aias ci tiene a precisare: «Per il primo intervento sono stati spesi poco più di 10 mila euro – racconta con davanti le pezze giustificative – lo diciamo perchè, da quando l’Asl è uscita con quel comunicato spiazzante a luglio, ci sentiamo ancora più responsabilizzati nei confronti della lunga lista di donatori che hanno voluto aiutare Belen e la sua famiglia». Rincara la dose Cirigliano: «L’Asl non ha fatto nulla per risolvere il problema di Belen, non ha assolto il compito per cui è stata creata».
Il comunicato di luglio, infatti, raccontava una realtà che agli occhi dell’avvocato Ruffini non è così chiara: «Non abbiamo capito perchè sostengono di non poter quantificare il rimborso in ragione del fatto che la famiglia non sa quanti interventi del professor Warner dovranno essere effettuati – spiega l’avvocato – per questo motivo abbiamo deciso di scrivere all’Asl per chiedere chiarimenti visto che nel comunicato assicuravano un rimborso del 100% e poi ci scrivono che hanno deciso di rimborsare il 90%».
Una situazione ingarbugliata, dunque, che la macchina burocratica dell’Azienda Sanitaria Locale rende poco decifrabile ma la solidarietà abbatte le barriere burocratiche e per Belen si prospetta un futuro migliore grazie ai fondi raccolti.Soldi che, una volta rimborsati dall’Asl, serviranno per aiutare altre persone in difficoltà. Per chi volesse ancora contribuire qui trovate tutte le coordinate bancarie per effettuare una donazione.
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