Salvi e il “suo” San Francesco al cinema Sociale

Francesco Salvi in "Il giorno, la notte. Poi l' alba"

L’incontro tra Francesco D’assisi e Federico II di Svevia in un film dal titolo “Il giorno, la notte. Poi l’ alba”. L’opera del 2008 sarà proiettata al cinema Sociale di Luino la sera di giovedì 8 ottobre, e a presentare l’iniziativa, organizzata dall’associazione Aisu, è il protagonista Francesco Salvi, qui in una delle sue interpretazioni drammatiche.

«Quest’anno Aisu, giovedì 8 ottobre, ha proposto un film che mette in particolar modo in risalto questi ultimi aspetti : dialogo interculturale e interreligioso per un mondo di pace – spiegano gli organizzatori -. I fatti di questi ultimi tempi dimostrano la necessità di confrontarci su questi temi. Le associazioni Acli, Avis, Aurora, Banca del Tempo, Costruttori di Pace, Croce Rossa, Gim,, Soms, Amici del Liceo, con il Comune di Luino si sono unite ad Aisu, consapevoli che in questo difficile momento la cosa migliore è unirsi e diventare capaci di dialogo innanzitutto sul territorio».

Scheda del film
Il progetto del film prende spunto dal ritrovamento nel castello Svevo di Bari, intorno al 1400, di una targa che indica il luogo in cui alcuni storici ritengono sia avvenuto l’incontro tra Federico II e Francesco d’assisi, collocato intorno all’anno 1220.
Il film vuole immaginare questo evento che contrappose due personaggi singolarmente moderni nei loro modi di pensare e agire. Entrambi convinti dell’inutilità delle guerre di religione, entrambi cercatori di armonie mistiche e religiose quelle di Francesco, politiche e naturali quelle di Federico.

La proposta culturale del film nasce con lo scopo di generare, in un ampio pubblico, momenti di sensibilizzazione sui grandi temi della tolleranza, dell’integrazione culturale e religiosa, della spiritualità, della pace e della conoscenza. Il film infatti, proprio per i suoi contenuti e i temi trattati, quanto attuali, costituisce spunto per ampi dibattiti e riflessioni.

Un elemento che caratterizza il progetto, al fine dell’elaborazione di una più estesa cultura della pace e della tolleranza, è che il set del film è stato aperto a tutti, studenti, giovani, anziani, disoccupati, ex detenuti , che vi hanno lavorato confrontandosi direttamente con i tecnici e gli artisti. E’ nata cos’ una vera e propria “bottega dell’arte cinematografica”. Questo processo di partecipazione, nato con il film, continua il suo cammino con incontri tra regista e attori da una parte e pubblico dall’altra.

Manuel Sgarella
manuel.sgarella@varesenews.it

 

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Pubblicato il 07 Ottobre 2015
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