Giro d’Italia, diario d’Olanda

Daniele Torresan racconta per noi le prime tappe della corsa rosa, raccontandoci le curiosità di un territorio bellissimo e sorprendente

giro d'italia ciclismo 2016

Oggi – martedì 10 maggio – riprende il Giro d’Italia 2016 dopo il giorno di riposo che ha seguito le prime tre tappe in Olanda, percorse lungo le strade della provincia del Gerderland. È la dodicesima volta che la corsa rosa parte dall’estero, e la terza dall’Olanda, dopo Groningen (2002) e Amsterdam (2010).

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L’Olanda in rosa per il Giro d’Italia 4 di 19

Molti sono i varesini coinvolti nel Giro 2016 tra aziende sponsorizzatrici, direttori sportivi, addetti del comitato organizzatore oltre un ex campione ora commentatore come Stefano Garzelli e un corridore: Eugenio Alafaci del Team Trek Factory Racing. Non è stato quindi difficile trovare un passaggio per arrivare ad Apeldoorn, 974 km da Varese, citta che ha ospitato la cerimonia d’apertura e ha assegnato la prima maglia rosa.

5 maggio Apeldoorn (9.8 km)
Delle tre città olandesi toccate dal Giro 2016 Apeldoorn è certamente quella meno attraente. Non può vantare la storia, le dighe e i ponti da archi-star come Nijmegen e non ha i locali alla moda di Arnhem.
Ha la sua università, un ex residenza reale, il Paleis Het Loo, ora adibito a museo e un velodromo nuovo di zecca costruito con i 13 milioni di euro investiti per portare il Giro d’Italia nella provincia del Gerderland. Se a qualcuno l’investimento è parso eccessivo, a mettere tutti d’accordo ci ha pensato una felice congiuntura tra il meteo, il ponte festivo per i giorni della Memoria ai Caduti e la Liberazione dal Nazifascismo e il risultato finale del prologo: maglia rosa all’olandese Tom Dumoulin (Giant – Alpencin) per 1/100 sullo sloveno (ex combinatista nordico) Primoz Roglic, che gareggia per il team olandese Lotto Jumbo. Primo italiano Moreno Moser, sesto.

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Vincenzo Nibali, campione d’Italia e grande favorito

6 maggio: Arnhem-Nijmegen (190 km)
Nella prima tappa in linea capiamo che non siamo nell’Olanda dei tulipani e mulini a vento, ma in una zona dove si coltivano asparagi bianchi, come quelli di Cantello e si allevano ovini, bovini e cavalli. Non è una delusione, il panorama rimane incantevole e quando lo spettacolo della natura lascia spazio alle aree urbanizzate a colpire sono la bellezza dell’architettura industriale, dei ponti e lo stato di conservazione degli edifici più vecchi. Arnhem è la capitale della moda olandese, vi ha sede l’accademia della moda ArtEz e il museo d’arte moderna, il museo del vino (In questa provincia la produzione annua è di oltre 900.000 litri) e un quartiere, il Klarendal che fatte le dovute proporzioni con una città di 160.000 abitanti, potrebbe essere paragonabile ai navigli milanesi. Al foglio firma il più applaudito è l’idolo di casa Dumolin, seguito da Cancellara e Nibali. Al traguardo di Nijmegen, davanti a 22.500 persone, lo sprint finale sarà cosa facile per il tedesco Marcel Kittel (Etixx-Quickstep) che regola il francese Démare (FDJ), discusso vincitore dell’ultima Sanremo e l’italiano Sacha Modolo (Lampre-Merida)

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Tutti i colori del Giro

7 maggio: Nijmegen-Arnhem (190 km)
Nijmegen vanta di essere la città più antica d’Olanda ma è famosa, anche alle nostre latitudini per una gara podistica, la Nijmegen Vierdaagse (quattro giorni) curiosamente preceduta dalla Pre-Nijmegen che annualmente si svolge a Malnate. Il giro ha dato visibilità al ponte ad arco più grande d’Europa costruito sul fiume Waal in soli tre anni e inaugurato nel novembre del 2013. La carovana è partita dal centro del Grote Markt per arrivare sul traguardo di Arnhem dove Dumolin ha dovuto cedere la maglia alla seconda stoccata di Marcel Kittel, davanti ai nostri Elia Viviani (SKY) e Giacomo Nizzolo (Trek-Segafredo). A parziale consolazione lo speaker rileva che la fidanzata della nuova maglia rosa è la pallavolista olandese Tess Von Pieratz, ma qui nessuno ha l’amaro in bocca.

Il Giro in Olanda è stato un successo e per capirlo un buon indicatore sono i venditori di capellini e magliette. Tra i ventuno furgoncini ufficiali al seguito della carovana si vocifera che i ricavi medi si aggirino sui tremila euro, con punte di diecimila per i più bravi. Il Giro d’Italia è anche questo.

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Pubblicato il 10 Maggio 2016
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