Addio alla casa di Felice Riva, il tycoon del cotone che scappò in Libano

Al posto degli edifici tra via Quadrio e via Rossini sorgeranno palazzine e parcheggi. Qui nacque uno dei personaggi più controversi dell'Italia del boom economico. Fece fallire l'impero della Vallesusa e fu presidente del Milan

ex riva legnano

“Chi parte per Beirut e ha in tasca un miliardo” cantava Rino Gaetano nella sua indimenticabile “Il cielo è sempre più blu”. Il personaggio preso di mira dal cantautore calabrese era il legnanese Felice Riva, il “delfino della finanza” protagonista di uno dei più grandi crack del dopoguerra, quello del Cotonificio Vallesusa e dei quasi 10 mila operai che si portava in pancia, e di una rocambolesca fuga in Libano.

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In questi giorni la Giunta Comunale ha dato il via libera ad un piano attuativo riguardante la vasta area conosciuta come “ex-Riva” compresa tra le vie Rossini e Maurizio Quadrio, nucleo iniziale dell’impero del cotone con l’azienda di famiglia (che sorgeva dove oggi c’è il tribunale) creata dal padre Giulio, gli uffici e l’abitazione provata dove nacque Felicino.

Il piano attuativo delle vie Rossini-Quadrio cancellerà non solo un brutto angolo abbandonato della città ma anche un edificio dal passato interessante proprio per le gesta dell’industriale legnanese che hanno attraversato gli anni ’60, ’70 e ’80 fino al suo rientro in Italia in fuga, questa volta, dalle bombe della guerra che erano arrivate fino ai lussuosi hotel del lungomare.

Biondo, ricchissimo, sposato con la bellissima attrice Scilla Gabel, amante della bella vita, nel 1963 divenne anche presidente del Milan. Rientrato in Italia nel 1982 dal suo esilio dorato, vive oggi a Forte dei Marmi. Ma il cortile dell’ex-Riva è ricordato nel rione per essere stato sede di affollati campi di lavoro organizzati dalla parrocchia SS. Martiri dall’allora parroco don Franco Fusetti.

Tutta la documentazione relativa all’intervento è depositata presso l’assessorato alla Gestione del Territorio e potrà essere esaminata negli orari d’ufficio fino al 6 settembre. Eventuali osservazioni dovranno pervenire entro il 21 settembre. Ha preso così il via, dunque, l’iter previsto dalla legge che porterà in un prossimo futuro alla scomparsa di un angolo dell’Oltrestazione da molti anni in stato di abbandono e di progressivo degrado. Tutti gli edifici saranno demoliti e al loro posto sorgerà un complesso residenziale di 2 e 3 piani per una superficie lorda di pavimentazione di poco superiore a mq. 2.200. La superficie complessiva del terreno è di quasi 5 mila mq.

Le nuove costruzioni si affacceranno sulla via Quadrio mentre lungo via Rossini un’area di oltre 1.500 mq sarà asservita a uso pubblico destinata ad ospitare un percorso pedonale e spazi a parcheggio attrezzati (circa 50 posti) con un’ampia dotazione di verde. La vicinanza con la stazione ferroviaria, lo stadio “Mari” e Tecnocity renderà ancora più utile il sorgere dei nuovi punti di sosta.

Nella convenzione tra Amministrazione comunale e Immobilombarda Srl (proprietaria dell’area) è prevista l’applicazione della cosiddetta “perequazione urbanistica”. Il progetto prevede la cessione al Comune dell’area di decollo di oltre 2.600 mq situata all’angolo tra le vie Ferraris e Comasina e confinante con il Parco ex Ila. Ciò consentirà all’Amministrazione di proseguire la strategia di acquisizione a patrimonio comunale dell’ampia fascia alberata dei Boschi Ronchi ponendo così le condizioni per la tutela, la valorizzazione e la salvaguardia dell’importante polmone verde. Una scelta coerente con le linee di mandato della Giunta Centinaio e con le politiche già perseguite con altri distinti atti amministrativi.

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Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 22 Agosto 2016
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