Quei tuffi pericolosi nei canali. Il Consorzio conferma il “divieto assoluto”
Sollecitato da un articolo del Corriere della Sera sui "tuffatori metropolitani" a Milano, il Consorzio di gestione di Villoresi e Naviglio Grande lancia un richiamo. Lo scorso anno morì un 13enne

«Non fate il bagno nei canali, è pericoloso». Può sembrare scontato, ma il richiamo è doveroso, ora che l’estate richiama molte persone a tuffarsi nelle acque fresche (vengono dal Ticino) dei canali Villoresi e Naviglio Grande. A ribadire il divieto è il Consorzio Est Ticino Villoresi, che gestisce la rete irrigua derivata dal “fiume azzurro”.
Un richiamo che arriva dopo che sabato 1 luglio “Il Corriere della Sera” ha pubblicato un articolo sui tuffatori metropolitani. Già lo scorso 13 giugno il quotidiano di via Solferino aveva filmato una serie di tuffi in Darsena, dal ponte di viale Gorizia, ad opera di alcuni ragazzi, subito identificati e multati dalla Polizia locale. Ma lo scenario dei bagni estivi è cosa normale in particolare nella zona di Turbigo e Boffalora, dove le sponde si trasformano quasi in anomale spiagge, frequentate in particolare da ragazzi (con la necessità – tra l’altro – di convivere con l’intenso di traffico di biciclette che percorrono la ciclabile sull’alzaia).
Lo scorso 28 giugno, nella Sala Consiliare del Comune di Robecco sul Naviglio, si è tenuta una riunione tra i vertici di ETVilloresi e i rappresentanti delle Amministrazioni degli Enti Locali che si trovano lungo l’asta del Naviglio Grande, proprio in relazione alla politica da attuare in modo congiunto per scongiurare dissennati comportamenti che possono alla fine risultare estremamente dannosi.
«I corsi d’acqua artificiali sono caratterizzati dalla presenza in alcuni tratti di correnti particolarmente insidiose in grado di mettere in difficoltà anche i nuotatori più esperti» ricorda il Consorzio. «Oltre a ciò, la presenza di bocche aperte e la configurazione strutturale delle sponde, che rendono disagevole la fuoriuscita dall’alveo dei canali, accrescono notevolmente i pericoli per quanti si immergono nelle loro acque». Un divieto doveroso, tenuto conto anche dei numerosi casi di annegamenti avvenuti sui canali dell’Alto Milanese, nella maggior parte dei casi bagnanti (anche se non sono mancati casi di cadute accidentali). L’ultimo episodio, nell’estate 2016, aveva riguardato un 13enne morto a Busto Garolfo, nelle acque del Villoresi.
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