Filma la morte di un ragazzo in diretta

Invece di chiamare i soccorsi dopo l'incidente di un ragazzo in motorino ha preso il telefono e ha cominciato a fare una diretta Facebook

Diretta Facebook Live

Ha ripreso in diretta facebook la morte di un ragazzo di 24 anni che con il motorino si era schiantato contro un albero.

Un gesto assurdo, irrazionale, gravissimo che ha come protagonista Andrea Speziali. Il 29enne esperto d’arte di Riccione è conosciuto anche a Varese perché è stato lui, appassionato di Liberty, a promuovere la mostra del Sommaruga.

L’incidente è avvenuto domenica notte, 22 ottobre, a Riccione: Andrea Speziali stava tornando dalla discoteca alle 4 del mattino quando si è trovato davanti il corpo agonizzante di un giovane. Ha preso il telefono e ha cominciato a fare una diretta Facebook. Lui ha poi raccontato che le altre persone presenti avevano già provveduto a chiamare i soccorsi (cosa non verificata) ma resta la gravità di una decisione incomprensibile: riprendere e trasmettere in diretta gli ultimi istanti di vita di un uomo.

Su molti quotidiani sono riportate le dichiarazioni di Speziali, che si giustifica dicendo di aver voluto “condividere il suo dolore” (QUI l’articolo de Il Resto del Carlino). Sui social network sono innumerevoli gli attacchi e gli insulti che piovono su Speziali.

La Procura di Rimini, che ha delegato le indagini alla Polizia Postale, valuterà se il video sul social network – ha spiegato l’Ansa – rientri nella fattispecie del reato di pubblicazione oscena, laddove per oscene si intendono immagini raccapriccianti e impressionanti.
Il lavoro degli inquirenti sarà quello di accertare se, in base all’articolo 528 del codice penale, la legge sulla stampa e le norme sulla diffamazione, l’aver pubblicato su Facebook le foto di un ragazzo agonizzante dopo un incidente stradale, possa costituire un reato.
Al momento però il fascicolo resta contro ignoti. Per l’ipotesi di omissione di soccorso, gli investigatori confronteranno gli orari della pubblicazione sul social network e la chiamata di emergenza al 118.

Fin qui la cronaca dei fatti. Un gesto come quello compiuto da Speziali richiede però una riflessione. Ognuno di noi si deve assumere la responsabilità delle proprie azioni. Un narcisismo sfrenato, che diventa anche onnipotente con l’uso che i social permettono, può portare a effetti mostruosi come quello di filmare la morte anziché attivarsi in forme diverse in aiuto di chi vive il dramma. Parlare del proprio dolore di fronte alla tragedia che si sta compiendo non è una giustificazione, ma l’ammissione dei propri deliri.

Il problema però siamo noi, non gli strumenti potenti di cui disponiamo. Solo una autentica e profonda consapevolezza possono arginare gli usi distorti della tecnologia.

Serve a poco anche giudicare. Quello lo faranno i magistrati. Serve riflettere e bene su quali siano le priorità di fronte ai fatti. Il comportamento di Speziali non è una cosa da poco o una leggerezza. È il mix devastante di una società fatta di apparenza e di spettacolarizzazione di ogni evento.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 24 Ottobre 2017
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  1. Avatar
    Scritto da bobbi

    penso solo ai genitori di quel ragazzo. Cosa che non ha fatto chi ha realizzato quel video, indipendentemente dalle motivazioni o scusanti che cercherà di addurre.

    bobbi

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