Bilancio sul filo del rasoio, Busto Grande salva la giunta Antonelli
Decisivo il voto a favore del consigliere Paolo Efrem per l'approvazione del bilancio consuntivo: "Forse il problema di questa coalizione non siamo noi"

Per far passare il bilancio consuntivo il sindaco Antonelli si è dovuto affidare alla stampella offerta da Busto Grande, la lista che per prima lo ha voluto come sindaco e che negli ultimi mesi si è sempre più distanziata dalle posizioni della maggioranza, astenendosi o votando contro ad ogni alito di vento.
Le tre assenze dei consiglieri Ivo Azzimonti (Lega), Mariangela Buttiglieri (Fratelli d’Italia) e di Diego Cornacchia (Gruppo Misto), hanno fatto rischiare la sonora bocciatura alla giunta guidata dal commercialista bustocco.
A farlo notare, in una dichiarazione certamente poco superpartes, è stato lo stesso presidente del consiglio comunale Valerio Mariani che ha parlato di bilancio «passato per il rotto della cuffia» e di un atteggiamento della maggioranza stessa «poco responsabile», scatenando le polemiche di fine consiglio con gli interventi di Paola Reguzzoni e dello stesso Antonelli che hanno criticato duramente le parole espresse da Mariani.
La seduta del consiglio è stata completamente dedicata alla votazione del conto economico consolidato, il primo completamente addebitabile ad Antonelli (che assume anche la delega del bilancio, ndr) il quale ha relazionato sugli obiettivi raggiunti e quelli ancora da completare.

Più che tra gli assonnati banchi della sala consiliare la partita, però, si è giocata nei corridoi di palazzo Gilardoni dove Paolo Efrem e il suo predecessore in consiglio Matteo Tosi si sono consultati lungamente per decidere se astenersi (e aprire una crisi) o votare a favore e far pesare il ruolo della lista civica.
Alla fine ha prevalso la seconda ipotesi che Efrem stesso rimarca nelle dichiarazioni rilasciate a fine consiglio: «Il nostro voto a favore è un sì convinto ma ci teniamo a sottolineare l’importanza del ruolo di Busto Grande che in un momento decisivo non ha fatto mancare il proprio supporto ad una maggioranza non proprio compatta. Questo sta a significare che forse il problema non siamo noi anche se continueremo a valutare provvedimento per provvedimento le nostre decisioni».
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