L’autostima degli adolescenti: presenza e confronto
Alimentare l’autostima dei ragazzi significa formare futuri adulti empatici, in grado di collaborare fra di loro e raggiungere importanti obiettivi sociali insieme

“Più si è distanti dal proprio sé, più si dipende dall’approvazione degli altri” scriveva Carl Gustav Jung.
Nel nostro lavoro di educatori, spesso, ci imbattiamo in ragazzi che si sentono sotto esame e “giudicati”. I loro atteggiamenti, a volte spavaldi, altre volte timidi ed impacciati, ci fanno intuire che hanno paura di mostrarsi apertamente agli altri, terrorizzati di essere catalogati, etichettati e portati al “raggiungimento di obiettivi” che non sentono propri.
Il nostro compito consiste, in primis, nell’accompagnare gli adolescenti alla consapevolezza che nessuno è perfetto, che ciascuno ha dei limiti e che il raggiungimento della perfezione è un’utopia creata da una società consumistica. Ma per far sì che i ragazzi si vedano con occhi differenti, con occhi meno severi, è necessario che lo sguardo degli educatori sia ricco di accettazione e di amorevolezza. Gli adolescenti, oggi, hanno bisogno di adulti che credano in loro e che riescano a far emergere competenze ed abilità nascoste, non ancora manifeste perché bloccate dal “muro della paura”, un muro che non permette alle risorse dei ragazzi di emergere completamente.
Gli educatori affiancano i ragazzi affinché non abbiano “paura di sbagliare o di essere giudicati”, e nel momento dell’errore e della fatica sono pronti a sostenerli e ad incoraggiarli a proseguire nel meraviglioso viaggio della crescita. Riconoscere e rimandare ai ragazzi le abilità e competenze che possiedono permetterà loro di accrescere l’autostima. Ma questo può non essere sufficiente: bisogna creare momenti di confronto e condivisione con giovani poco più grandi di loro, che hanno raggiunto significativi traguardi attraverso fatiche e sacrifici.
L’obiettivo degli adulti è “tirar fuori” dai ragazzi tutto ciò che hanno dentro, dalle emozioni alle passioni, affinché entrino in contatto profondo con il proprio sé che permetterà loro di non cercare continuamente l’approvazione degli altri. Alimentare l’autostima dei ragazzi significa formare futuri adulti empatici, in grado di collaborare fra di loro e raggiungere importanti obiettivi sociali insieme.
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