Scritti nelle stelle i segreti delle piramidi?

Suggestiva e controversa serata archeo-astronomica in programma Lunedì 11 Maggio al Grassi

Varie

Sono note molte teorie ‘esoteriche’ che sembrano correlare la posizione delle tre piramidi egizie di Giza (Cheope, Chefren e Micerino) con le tre stelle della cintura della costellazione di Orione. Lunedì 11 Maggio 2015, h21, al Cine GRASSI, il GAT, Gruppo Astronomico Tradatese, ha deciso di presentare ai suoi appassionati l’ultima e più incredibile di queste teorie (‘l’Ipotesi Ottica’), formulata da un team di storici ed astrofisici guidati da Davide Agnetti, che parlerà di un tema dal titolo suggestivo: “Nelle stelle i segreti delle piramidi egiziane?”.

Davide Agnetti, 47 anni, ha lavorato per 12 anni all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare come progettista meccanico per la realizzazione di apparati di ricerca, tra cui il sistema di estrazione di fascio di ioni del Ciclotrone Superconduttore e le fasi preliminari di realizzazione del rivelatore ATLAS del CERN (che poi vedrà il Bosone di Higgs). Ha collaborato nella progettazione meccanica di apparati opto-meccanici per diagnostica di fasci laser, spettrografi ad alta risoluzione (per osservatori astronomici) e sistemi di caratterizzazione per cavi superconduttori.
Nel suo osservatorio astronomico sito in Lomazzo, ha approfondito metodi astrometrici originali che applica per la ripresa di oggetti dotati di ampio moto proprio apparente come comete ed asteroidi. Dal 2009, anche a seguito di questi studi, irrompe nella sua vita il tarlo dell’archeoastronomia, che lo ha condotto a formulare l’Ipotesi Ottica…

L’ Ipotesi Ottica delle Piramidi è la prima a trovare una vera correlazione astronomica con le tre stelle della Cintura di Orione. Essa giunge ad una nuova lettura di certi soffitti astronomici come quello di Senenmut, ritrovato in un cunicolo presso il mausoleo dedicato alla regina Hatshepsut. Tra le varie rappresentazioni c’è una strana forma a lemniscata (figura ad otto asimmetrica) da sempre fonte di discussioni.

Ebbene, il lavoro di Agnetti, durato oltre 6 anni, ha fornito una interpretazione della “Lemiscata di Senenmut” che ha dell’incredibile. In sostanza precisi calcoli astronomici dimostrerebbero che una figura identica viene ‘disegnata’ nel cielo dalla Sfinge se osservata per un intero ciclo processionale dell’asse terrestre (il ben noto movimento a trottola dell’asse di rotazione della Terra con periodo di circa 26.000 anni) dalla stella di Barnard, una delle stelle più vicine al Sole (solo 6 anni luce) quindi dotata di un grande moto proprio rispetto al Sole. Da qui l’idea che chi ha disegnato il cielo di Senenmut dovesse conoscere l’esistenza ed il moto relativo della stella di Barnard, una nana rossa di magnitudine = 9,5, quindi nettamente invisibile ad occhio nudo
Su queste basi, con calcoli e proiezioni molto complessi e rigorosi (che non possiamo qui descrivere), il modello di Agnetti non solo trova una giustificazione ‘celeste’ alle piramidi di Giza, ma, addirittura permette di prevedere l’esistenza di una Piramide poco a sud del Cairo, di cui non sembra apparentemente esserci traccia in superficie. Di questa Piramide sconosciuta però il calcolo restituisce le coordinate precise, e lì il terreno presenta una curiosa anomalia….

La conferenza di D. Agnettti sarà preceduta dalla presentazione di una particolarissima leminscata, realizzata da Paolo Bardelli con un anno di lavoro sul campo: si tratta del primo ANALEMMA SOLARE realizzato dalle nostre parti, che rappresenta il movimento apparente ad otto asimmetrico del Sole nel cielo durante 12 mesi di spostamento orbitale della Terra attorno alla nostra stella. Un autentico capolavoro di costanza e di ingegno !

(a cura del Gat di Tradate)

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Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 10 Maggio 2015
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  1. Avatar
    Scritto da MonicaB

    Articolo molto interessante che condivido assolutamente. Ho partecipato ad una ricerca sul progetto originario della Piana di Giza e sulla vera funzione dei monumenti della Piana e la correlazione Terra-Cielo, in un preciso momento cosmico, è assolutamente esatta. Abbiamo, tra l’altro, rinvenuto l’importanza dimenticata della Tomba di Khentkaus, correlata alla stella Sirio nel progetto originario. Sicuramente la scienza sta imboccando la strada giusta per venire a capo dei misteri di Giza. Grazie del vostro impegno!

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