A tre anni dall’autonomia l’Università dell’Insubria tira le somme

Il Comitato per la valutazione del sistemo universitario sta completando la sua visita all'Università dell'Insubria. Un'occasione per valutare il percorso realizzato dall'ateneo in questi tre anni

L’Università dell’Insubria da ieri sotto esame. Stanno completando la propria attività di analisi i componenti del Comitato per la valutazione del sistema universitario. Dopo la relazione del Rettore Renzo Dionigi, letta alla presenza delle massime cariche istituzionali ed economiche di Varese e Como,  Giuseppe Catalano e Carlo Buonaura Calandra stanno visitando le strutture didattiche dell’Università dell’Insubria.
Conclusa la visita a Como, nel pomeriggio di ieri, questa mattina sono state passate in rassegna le facoltà varesine. Sempre in mattinata è anche previsto l’incontro tra i commissari e
il Nucleo di valutazione dell’Ateneo, presieduto da Roberto Valvassori. Prima di congedarsi, Catalano e Buonaura Calandra vedranno nuovamente  il rettore, il prorettore, il direttore e il vicedirettore amministrativo, quindi rientreranno a Roma dove, nei prossimi giorni , stileranno la relazione di valutazione.

Ben chiari l’intento e lo scopo di questa missione, sebbene dovuta. Una struttura universitaria, secondo  Giuseppe Catalano, deve rispondere non solo alle legittime esigenze del territorio, ma deve esprimere un’attività di ricerca e didattica al massimo livello: il motivo della visita è proprio quello di verificare le potenzialità indicate al momento dell’atto di autonomia e le attitudini dell’ateneo insubre a questi parametri. Principali interlocutori dei commissari, in questi due giorni di analisi, sono gli studenti, vera forza motrice di qualsiasi istituzione universitaria.

Nella relazione di presentazione, il rettore Dionigi ha snocciolato una serie di dati e cifre che ricostruiscono l’ossatura dell’ateneo dell’Insubria, costituito da 5 facoltà, 10 corsi di laurea, 10 corsi di diploma, 31 scuole di specializzazione (queste ultime tutte della facoltà di Medicina), ripartiti nelle due sedi di Varese e Como. In particolare : a Como vi sono la facoltà di Giurisprudenza e quella di Scienze con corsi di laurea in chimica, fisica, matematica, scienze ambientali e corsi di diploma in chimica con indirizzo tessile e in valutazione e controllo ambientale; a Varese la facoltà di Economia ha un corso di laurea in economia e un corso di diploma in economia e amministrazione delle imprese; la facoltà di Medicina ha il corso di laurea in medicina, i diplomi universitari per infermieri, fisioterapisti, ostetrici, tecnici sanitari di laboratorio, tecnici di radiologia, igienisti mentali e 31 scuole di specializzazione; la facoltà di Scienze ha i corsi di laurea in scienze biologiche, informatica (quest’ultimo anche per Como) e scienze naturali e corso di diploma in biologia (quest’ultimo con sede a Busto Arsizio).
7000, circa, gli iscritti, con un confortante trend positivo tra le matricole. 5000 gli studenti dei corsi di laurea, un migliaio quelli che frequentano i corsi di diploma ed un altro migliaio  seguono le scuole di specializzazione.
Fondamentale è l’attività di ricerca, che si svolge in 6 dipartimenti, 2 istituti, 3 centri di servizi e 6 centri di ricerca.
233 sono i docenti  (65 della I fascia, 89 della II e 79 ricercatori), un numero in costante crescita dall’inizio dell’autonomia quando erano 163.
Molteplici e, spesso, di prestigio, le sedi dei corsi, spesso concesse dagli enti locali. A Como Giurisprudenza è nell’edificio di Via Cavallotti e negli anni futuri si trasferirà nel chiostro di Sant’Abbondio; Scienze può contare sugli stabili di via Lucini, via Castelnuovo e via Valleggio. A Varese il Rettorato e la facoltà di Economia (più i corsi di Informatica) sono in via Ravasi, la facoltà di Medicina è in parte nell’ospedale di Circolo, in parte nelle aule Seppilli, nei padiglioni Antonini e Morselli dell’ex psichiatrico e nel padiglione Bassani, mentre la facoltà di Scienze condivide in parte il padiglione Morselli e dispone della nuova sede del Dipartimento in via Dunant, dove sorgerà in futuro il Campus universitario nei terreni messi a disposizione dalla Provincia; a Busto Arsizio presso gli ex Molini Marzoli è ospitato il corso di diploma in biologia.

La presenza a Varese e a Como del Comitato per la valutazione del Sistema universitario rappresenta un riconoscimento del percorso che l’Università dell’Insubria ha realizzato fino ad oggi. A Varese e Como la situazione è più articolata che altrove e l’impegno degli attori locali è quindi più forte; la sperimentazione a rete su più sedi richiede strumenti e modalità organizzative ad hoc e quanto sta facendo l’Università dell’Insubria servirà anche ad altri contesti universitari.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 10 Gennaio 2001
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