L’Università dell’Insubria vuole crescere. A soli due anni dalla costituzione, i 5 corsi di laurea chiedono di triplicare. Infatti, è in corso l’iter perché vengano riconosciuti dieci nuovi indirizzi. Già dall’inizio del prossimo anno scolastico nel ventaglio di scelte che l’ateneo potrà mettere sul piatto sarà, probabilmente, possibile trovare anche un corso di laurea in Fisica della strumentazione biomedica, uno in Fisica per le nuove tecnologie, uno in Metodi matematici per l’analisi economica e finanziaria e uno in Scienze del turismo. Tutti indirizzi che si sviluppano dalle facoltà già esistenti e che avranno sede a Como. Per quanto attiene alle altre aspirazioni, corso di laurea in Coordinamento delle attività di protezione civile, in Scienze della Comunicazione e in Biotecnologie, i tempi saranno un po’ più lunghi, ma l’esito dovrebbe essere positivo e verrebbero istituiti a Varese.
Qualche problema in più si prospetta per il corso in Scienze dei Beni culturali e in Scienze motorie, mentre appare attualmente troppo oneroso uno tra i più ambiti corsi tra gli atenei italiani, vista la penuria di posti: quello in Odontoiatria e Protesi dentaria. Questo lo scenario disegnato dal Rettore Renzo Dionigi che ha incontrato gli esponenti del mondo istituzionale e imprenditoriale varesino e comasco. "Si è trattato di una riunione formale – ha tenuto a precisare Dionigi – che potrebbe anche ripetersi con toni meno ufficiali, per chiarire il significato e l’importanza di una realtà come la nostra in vista di eventuali cooperazioni e donazioni." Il problema attuale dell’Università, ammette senza giri di parole il Rettore, è la carenza di spazi. "Sulla possibilità di crescita – rivela – io freno sempre con i presidi di facoltà. Un’Università di soli due anni dovrebbe avere l’esigenza di consolidarsi, di creare le condizioni migliori per la propria popolazione studentesca. Invece, oggi stiamo spingendo per ampliarci, per trovare nuove idee, per attirare un numero sempre maggiore di studenti." L’esigenza di crescere, però, non è senza motivo: la riforma universitaria impone agli atenei originalità e intraprendenza per catturare iscritti. Da qui l’esigenza di attrezzarsi prima che altri si impossessino di un’idea: "Il nostro ateneo ha fatto richiesta per 10 nuovi corsi- commenta Dionigi – l’università di Pavia per 60." Quel che importa, comunque, è riuscire a garantire una buona offerta educativa e spazi idonei per la vita accademica : " Ritengo che sia necessario acquisire il collegio De Filippi, anche comperandolo attraverso l’ISU. Dobbiamo dotare Varese di un collegio universitario sulla falsa riga di quelli pavesi, con un rettore universitario e una vita interna che lo differenzi dal semplice dormitorio." Una speranza che, attualmente, incontra però qualche difficoltà burocratica. Quel che servirebbe oggi è un ‘attenzione maggiore da parte della città verso questa istituzione. Ma su questo punto il Rettore è abbastanza fiducioso: rispetto agli inizi, quando l’università veniva osteggiata, oggi attorno all’ateneo comincia ad esserci un movimento interessato :" Proprio in questi giorni un benefattore ci ha fatto una donazione con cui potremo costruire una biblioteca per i nostri studenti. " E casi simili si affacciano all’orizzonte: con la fondazione Cariplo, che ha già ottimi rapporti con l’Università, o la Fondazione Whirlpool che potrebbe sottoscrivere una cooperazione e, forse, anche una donazione. Insomma, un gran movimento privato che lascia ben sperare. Anche se non manca una nota polemica: non nei riguardi della Provincia di Varese che ha fatto tanto, ma verso Palazzo Estense, da cui si attende ancora qualche segno concreto, al di là della belle parole. Ad onor di cronaca, alla conferenza d’ateneo, presenti il Sindaco e il Presidente della Provincia comaschi, si è notata l’assenza delle due principali cariche istituzionali varesine.
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