“Non può esserci qualità senza sicurezza”

50 miliardi di investimento per la prevenzione della sicurezza in Ospedale

"Non può esserci qualità senza sicurezza" così Ambrogio Bertoglio, direttore generale dell’azienda ospedaliera di Busto Arsizio e dei presidi di Saronno e Tradate, ha aperto la presentazione di un manuale, in distribuzione in questi giorni, a tutti gli operatori dell’azienda ospedaliera, sulla sicurezza e la protezione all’interno della struttura sanitaria.

Simbolo di questa campagna di informazione è il "Sicurino", simpatico cartone, in tuta da Cipputi ma con una marcia in più, il mantello da supereroe, che garantisce una sicurezza al di là di limiti umani.

"L’ospedale è infatti – ha spiegato Giuseppe Genduso, direttore sanitario – il luogo dove il problema sicurezza è, forse, più sentito e complesso: vi lavorano tantissime persone che fanno le cose più diverse, vi si curano molte persone contemporaneamente o permanentemente non autosufficienti, si usano impianti e tecnologie semplici e complesse".

Pertanto l’impegno dell’azienda ha provveduto, in conformità della legge di antinfortunistica, 626/94 – a redigere il regolamento per la gestione di prevenzione di rischi e protezione della salute e della sicurezza dei lavoratori, che ha comportato per la struttura sanitaria un investimento di quasi 50 miliardi solo per adeguare tutti gli impianti alla sicurezza e 15 miliardi per la prevenzione del rischio incendio.

Gli interventi di valutazione del rischio, svolti con la collaborazione di qualificate strutture pubbliche – ASL di Varese, Comando Vigili del Fuoco, Uolm di Desio, per rischi da gas anestetici e consulenza di medicina del lavoro – si pongono, quindi, nell’ottica di conoscere per salvaguardare, in altre parole individuare i rischi che il lavoratore può incontrare nello svolgimento delle proprie attività, e che potrà essere di aiuto nell’adottare metodi e procedure di lavoro per la difesa della salute di tutta la popolazione ospedaliera.

Non più, quindi, solo un obbligo di legge da ottemperare, ma –conferma Ambrogio Bertoglio – "è stato necessario far diventare la sicurezza un elemento interessante, e non un limite che impone rigidi schemi di lavoro".

Come?

Coinvolgendo il personale nella formazione e nell’informazione, ciascuno per il proprio livello di responsabilità – per la prevenzione incendi, le radiazioni non ionizzanti, la movimentazione dei pazienti, l’uso di gas, videoterminali – attraverso corsi specifici per ogni settore, con l’acquisto di apparecchiature per la movimentazione dei pazienti – 1 miliardo e mezzo – l’adeguamento del materiale di protezione per il personale – guanti, maschere – all’interno di un piano strategico triennale che prevede investimenti per un totale di quasi 50 miliardi, di cui 4 miliardi per Tradate, e altri 23 sia per Busto sia per Saronno.

Tutto questo per evitare il pericolo infortuni, che in ogni modo, come ha evidenziato l’architetto Alberto Rabolini, responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, già dal ’97 presenta un trend in flessione – solo nell’ospedale di Saronno, questo dato, è controtendenza – ma che pur sempre continua a rimanere un fattore a rischio elevato e che si attesta, nell’ultimo biennio ‘99/00 a più di 600 infortuni – circa 300 l’anno – con un’incidenza maggiore nella casistica di ferite e punture con siringhe e oggetti taglienti – 137 casi – subito seguita da incidenti causati da sollevamento e spostamento oggetti – 33, mentre all’ultimo posto si configura un dato, per la cronaca, perlomeno curioso: 5 casi di personale percosso da pazienti.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 31 Gennaio 2001
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