Un gioiello una storia

Incontro con Giorgio Caffi, orafo-artista di Azzate, in mostra in questi giorni a Villa Recalcati

Un venditore di sogni, lo ha definito qualcuno, ma forse è semplicemente una persona in grado di concretizzare i desideri e la fantasia dei clienti, come ama spesso definirsi lui. Stiamo parlando di Giorgio Caffi, giovane orafo di Azzate, che in questi giorni è presente alla prima grande  "Mostra dell’Arte Orafa" del varesotto, organizzata a Villa Recalcati fino al 25 marzo.

Ma da cosa nasce l’idea di partecipare a una mostra di questo genere?

"L’idea di una mostra dell’oreficeria a Varese è senz’altro positiva, per far conoscere a livello internazionale il nostro comparto, che tra laltro è notevole. 

Quanto al ritorno economico, non sprei, ho partecipato soprattutto per farmi conoscere e far conoscere la qualità del mio lavoro, far capire alla gente che non esiste soltanto l’oggetto in serie, ma è possibile creare pezzi unici, originali e personalizzati".
Ma non è la prima mostra a cui Giorgio Caffi partecipa, nel 1999 sono state ben 11 le esposizioni in tutta Italia dove ha esposto, da Chieti a Riccione, da Parma a Merano, oltre naturalmente a mostre più locali. 

Ma l’attività del gioielliere di Azzate incomincia 13 anni fa. 
"A dire la verità dovevo fare il meccanico, ma contemporaneamente mi si era presentata l’occasione di entrare in una scuola d’orafi di Gallarate. 

Avendo passato il concorso per entrarci, la mia scelta era fatta. Il lavoro mi è piaciuto subito molto e di lì il passo successivo è stato quello di mettermi in proprio".

Una scelta coraggiosa, vista la concorrenza sia italiana che straniera e i rischi legati a una scelta imprenditoriale.

"Quando lavoravo per altri mi sentivo stretto, obbligato a reralizzare ciò che mi veniva imposto, non ero libero di esprimermi come volevo e soprattutto di lavorare come desideravo. Quando incontravo i clienti mi accorgevo che ciò che gli si mostrava non era mai quello che cercavano. Allora decisi di aprire il mio laboratorio, ad Azzate, dove avrei creato il gioiello desiderato dal cliente, fatto su misura, personalizzato e soprattutto destinato a restare un esemplare unico e irripetibile".
Come definiresti la tua produzione?
"Ogni oggetto che realizzo ha un nome, poiché ogni singolo gioiello ha una storia e un valore affettivo personale, spesso racconta la storia del destinatario o di chi lo regala. E’ importante per me riuscire a rappresentare e racchiudere in un oggetto i più intimi desideri del cliente. Comunque è difficile descrivere un genere di prodotto che ogni volta è diverso"
.

Nel suo laboratorio Giorgio Caffi non ha in mostra alcun monile, proprio perché preferisce dare libero sfogo alla fantasia del cliente, insieme al quale crea al momento, aiutandosi con uno schizzo di matita su un foglio bianco, l’idea di ciò che potrebbe essere il risultato finale.

E’ importante nel tuo lavoro il rapporto con la clientela, a quale genere di persone ti rivolgi?

"I miei clienti sono persone che capiscono l’arte, sia intesa come saper fare che come oggetto artistico in  sè. Mi piace creare un rapporto di amicizia e di fiducia con il cliente, per cui alla fine il gioiello viene creato insieme, con un apporto di idee comuni. Può essere una cosa scontata, ma la mia piccola mania è fare uscire dal mio negozio la gente soddisfatta".

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Pubblicato il 14 Marzo 2001
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