Permessi facili alle prostitute in manette un altro finanziere
Sono ormai otto gli uomini delle forze dell’ordine finiti in carcere
Un altro militare delle Guardia di finanza è finito in carcere nell’ambito dell’inchiesta sui permessi "a pagamento" concessi a prostitute che lavorano nei locali notturni della Svizzera. Salgono così a motto gli appartamenti alle forze dell’ordine arrestati su richiesta del sostituto procuratore Agostino Abate. L’ultimo provvedimento emesso dal gip Ottavio D’Agostino ha colpito Andrea Corsini, finanziere formalmente in servizio a Genova ma di fatto assegnato a Ponte Tresa con compiti di vigilanza sulle acque del lago; anche per lui l’accusa è di corruzione: avrebbe timbrato, dietro compenso, i visti con le quali le prostitute venivano allontanate dalla Svizzera. Grazie a quel timbro sui documenti figurava che le ragazze erano entrate in Italia quando in realtà continuavano a lavorare nei locale di Lugano e dintorni. A determinare l’arresto di Corsini sarebbero state le dichiarazioni di un suo collega, Alberto ceretti, uno dei primi militari a finire in carcere. Attualmente si trovano in stato di detenzione cinque finanzieri, due poliziotti e un carabiniere. Il gip D’Agostino ha ordinato l’arresto di altre tre persone, arresto che non ha potuto essere eseguito in quanto gli interessati sono all’estero o irreperibili; si tratta di Giovanni Lucini, titolare del night clun Iceberg del Canton Ticino, già arrestato un mese fa ma subito rilasciato dalle autorità elvetiche: sarebbe stato Lucini a offrire i soldi ai finanzieri italiani con l’aiuto di due ragazze brasiliane che però risultato irreperibili. Ieri mattina Corsini è già stato interrogato dal pm Abate. Con questi ultimi arresti l’indagine sui permessi facili dovrebbe ormai essere prossima alla conclusione. |
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