Anche a Varese numerose le vittime di Nimda

Dopo gli attacchi agli Stati Uniti, Washington teme una nuova ondata di atti terroristici attraverso il web. Si ipotizzano collegamenti con i pirati autori del virus Nimda. Ma ciò che è stato accertato sino ad oggi è l’elevata pericolosità del baco di ultima generazione

È partito da un punto imprecisato del globo ed è arrivato sino a Varese. Parliamo del virus Nimda, scoperto in questi giorni e che ha già collezionato centinaia di migliaia di vittime dall’Asia all’America, all’Europa sino, come dicevamo, a Varese. Anche nella nostra zona, infatti, sono decine le aziende messe KO da questo nuovo virus, un nemico di nuovissima generazione che non intacca la memoria, semplicemente rallenta le funzioni del pc, occupato a duplicare e ritrasmettere il virus, anche se, la sua architettura è talmente complessa, che si stanno ancora studiando i reali o potenziali effetti del baco.
Quello che è certo sino ad oggi è che il ministro della giustizia americano ha lanciato un allarme, paventando persino un collegamento, non verificato al momento, con gli attacchi alle torri gemelle e al Pentagono.
A rendere pericoloso Nimda è il suo modo di trasmissione. Il contagio può avvenire attraverso l’e-mail, sotto forma di allegato dal titolo "readme.exe": è sufficiente visualizzare il messaggio senza aprire l’allegato. Da quel momento il virus si riproduce autoinviandosi a tutti gli indirizzi di Microsoft Outlook presenti nella rubrica.
Ciò che caratterizza il nuovo baco, però, è la possibilità di propagarsi attraverso la semplice navigazione in rete. Infatti possono essere contagiati anche i web server, quelli su cui sono installate Windows NT o 2000. In quest’ultimo caso, vengono infettate tutte le pagine dei siti ospitati i quali si trasformano, a loro volta, in contagiatori: quando il visitatore vi accede, automaticamente il virus attacca il disco fisso.
Ma c’è anche un terzo modo, ed è quello che sta mandando in tilt numerose aziende anche del varesotto, e sono le reti intranet: Nimda si inserisce nelle cartelle condivise, contagiando tutti i pc sino ad arrivare al server.
Gli esperti informatici consigliano di elevare il livello di protezione dei programmi di Rete. Per gli utenti singoli il danno si risolve con un buon antivirus. Gli utenti collegati ad una rete devono, invece, procedere a cancellare una serie di file aggiuntivi. Per chi, ancora, non ha incontrato Nimda un solo consiglio: cestinate immediatamente la posta intitolata "readme.exe". E buona fortuna

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 20 Settembre 2001
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