Sui centri commerciali Varese discute

Varese – A due mesi dal sondaggio proposto da Varesenews il direttore della Confesercenti varesina Gianni Lucchina commenta i risultati, anche alla luce della nuova campagna contro la grande distribuzione proposta dall'associazione

"Stop alla grande distribuzione, se vice il piccolo commercio, vive la città". Questo è il messaggio che passa dalla nuova campagna pubblicitaria che la Confesercenti di Varese sta muovendo contro l’espandersi dei centri commerciali. Un commento circa l’andamento di questa campagna ci viene offerto dallo stesso Gianni Lucchina, direttore della Confersercenti varesina. «La campagna che stiamo promuovendo – spiega Lucchina – è rivolta verso tre soggetti principali che sono i commercianti stessi, i consumatori e le amministrazioni comunali. Al concetto di centro commerciale noi opponiamo il "Centro commerciale di via", vale a dire una serie di servizi e promozioni che i commercianti debbono attuare ciascuno nella propria via o nella zona in cui operano, così da associarsi e unire le forze contro la grande distribuzione. Questo concetto si lega a fitte trame sia con i consumatori che con le amministrazioni. Il vantaggio di una serie di attività commerciali ramificate sta nel fatto che in questo modo viene fatto vivere il centro delle città e dei paesi, senza creare nuovi centri storici artificiali, rappresentati dagli scatoloni di cemento, come i centri commerciali. Benchè non siano ancora state realizzate iniziative dirette sul territorio la campagna sta andando bene e stiamo riscuotendo ampio interesse da parte dei nostri associati». Nel sondaggio lanciato dal nostro giornale – consultabile sulla prima pagina – , dall’inizio dell’anno più di 300 lettori hanno risposto al quesito "quali orari debbono avere i centri commerciali?" dividendosi sostanzialmente in due blocchi. Un primo gruppo di lettori è composto da un 21% che comprende chi ha risposto che i centri commerciali debbono seguire gli orari degli altri negozi, e da un altro 27% che vorrebbe la grande distribuzione aperta almeno fino alle 22. Ma un secondo blocco di lettori, in pratica il 50%, ritiene necessaria un’apertura più massiccia dei centri commerciali. C’è chi vorrebbe i centri commerciali aperti anche di domenica (18%) e addirittura non stop, 24 ore su 24, nel 32% dei casi. Come commenta questi risultati il direttore di Confesercenti? «Ai lettori del secondo blocco, quelli che vorrebbero un’apertura più estesa dei centri commerciali – risponde Lucchina – direi che si tratta di un errore credere che l’incremento degli orari costituisca un aumento dei servizi. Innanzitutto sul piano dei servizi i commercianti offrono già l’orario di 13 ore previsto dalla legge e che è sufficiente a coprire le esigenze di chi lavora. Prova di questo è il fatto che nel periodo "turistico", ad un prolungamento dell’orario di apertura non si registra mai il "pienone" alla sera o nelle ore diverse dal consueto orario. Inoltre, sempre sul piano dei servizi, esiste il rischio che l’apertura indiscriminata produca una giungla da cui solo il più forte, e non il migliore, ci perda, e quindi si verificherebbe un abbassamento della qualità dei prodotti, sempre più lontani dalle zone di produzione. E’ invece opportuno far vivere i centri dei paesi e delle città combinando gli eventi con particolari servizi che solo la piccola distribuzione può offrire».

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Pubblicato il 27 Febbraio 2002
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