Paolo Paoli, da professore di liceo a presunto falsario
Varese - E' in via Fratelli Pavesi, a Varese, la stamperia del pittore originario di Montefeltro coinvolto nella colossale truffa sulle opere d'arte falsificate e vendute dalla Telemarket
La villa in via Fratelli Pavesi, a Varese, è chiusa e il campanello suona a vuoto. Ma non poteva essere diversamente: Paolo Paoli, 54 anni, varesino d’adozione è ancora latitante: verrà arrestato dai carabinieri di Varese nella tarda mattinata dopo essersi costituito proprio sotto la sua abitazione varesina. E’ accusato di essere il produttore dei falsi d’autore per i quali Giorgio Corbelli, 56 anni, presidente del Napoli calcio è stato arrestato ieri, insieme ad altre sei persone, dalla Guardia di finanza.
Gli arresti sono l’epilogo di un’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore di Bari, che ha portato alla chiusura di Telemarket e Telemarket 2 i due colossi della televendita riconducibili a Corbelli.
L’inchiesta sarebbe nata da una «partita» di migliaia di serigrafie, spacciate per originali, del maestro Michele Cascella, deceduto a Milano nell’89. Complice dell’affare sarebbe stata proprio la figlia dell’artista che ha 72 anni.
Le indagini hanno accertato che le serigrafie «commercializzate» sono 27mila, tutte affidate al circuito di televendite di «Telemarket» e che se il maestro Cascella avesse dovuto firmare di proprio pugno quelle opere, scrive il pm nella richiesta di arresto, avrebbe impiegato non meno di sette anni e considerato che nell’ultima fase le sue condizioni di salute erano pessime, ciò risulta impossibile.
La stamperia da cui sono uscite le serigrafie "incriminate" pare sia proprio quella di Paoli, la "Paoliarte" che si trova in centro a Varese in via Fratelli Pavesi.
Paolo Paoli, 54 anni, è molto conosciuto in città. Oltre ad essere un pittore di una certa fama, infatti, ha insegnato "ordinato disegnato" per molti anni al liceo Artistico. Marchigiano di origine fondò nel 1972 con alcuni amici il "Gruppo di Montefeltro"; ne facevano parte Corrado Cascioli, Adriana Galoppi, Egiziano Piersantini, e Otello Sisti.; un gruppo unito non tanto da una espressività artistica comune ma dal forte legame con la terra di origine.
Increduli gli ex colleghi del liceo Artistico di via Milano a Varese: «La vittima di un ingranaggio più grande di lui» è il commento più diffuso.
«E’ molto probabile che sospettasse qualcosa ma che non sapesse che fine facessero le opere che lui stampava – dicono anche -. In fondo a Paoli arrivavano le lastre o i telai e la richiesta di un certo numero di copie, se altri procedevano a falsificarle può darsi che lo facessero a sua insaputa.
Deve essere per forza così perché non lo abbiamo mai visto circolare con grosse auto, od ostentare ricchezza. E’ rimasto quello di sempre, l’uomo che abbiamo conosciuto quando insegnava con noi. Perché è fuggito? Forse ha avuto paura».
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