Un museo per la storia dei Saronnesi

La costituzione del museo si è resa possibile grazie al ritrovamento di numerosi oggetti rinvenuti durante la ristrutturazione del Santuario

La storia dei saronnesi dal mille e 500 a oggi. Tutto in un museo. È quanto è nato vicino allo storico Santuario dove in cinque antichi locali della vecchia canonica sono stati messi in mostra oggetti e quadri che fanno parte della storia saronnese e, soprattutto, del Santuario. L’inaugurazione è avvenuta lo scorso 7 aprile durante la tradizionale Festa del voto; finora, durante i giorni di apertura, sono state numerose le persone accorse per visitare il museo.

«L’idea del museo è venuta fuori quando abbiamo cominciato 15 anni fa i restauri del Santuario – spiega il conservatore dell’Archivio Storico Achille Sala – C’era materiale sparpagliato da tutte le parti e in malomodo: in sacrestia, in canonica, in stanze inutilizzate da anni, quasi come se fosse tutto stato nascosto negli anni». Durante queste ricerche, in un angolo del sottotetto è persino stato trovato il primo tabernacolo del Santuario, risalente alla fine del ‘500, fatto in legno e tutto laminato in oro (nella foto in alto).

Quadri, ex-voto, materiale di uso ecclesiastico. È stato tutto archiviato e catalogato. Nelle stanze del museo però non è stato esposto tutto, soltanto il 50 per cento. Con il tempo, a rotazione, il curatore assicura che anche il resto del materiale sarà inserito nel museo. Questa scelta è dovuta soprattutto al fatto che non vi sono più locali disponibili. Il museo infatti è stato collocato nella ristrutturata “prima canonica” le cui mura risalgono a quando è stato costruito il Santuario nel ‘500.

Negli ultimi anni, grazie all’aiuto di molti privati, i responsabili del Santuario hanno restaurato una settantina di quadri, oggi tutti esposti nel Santuario e nel museo. Quello che però rende onore al Museo del Santuario sono anche gli oggetti che hanno fatto la storia dei saronnesi. È infatti stata ritrovata e recuperata la prima “bolla papale” che attribuì ai saronnesi la proprietà del Santuario (nella foto). «Delle 106 “bolle papali" che abbiamo ritrovato, sono state esposte soltanto la prima e la terza, quelle che più hanno caratterizzato la storia del Santuario – prosegue Sala – La prima risale al 1502, quando fu iniziata la costruzione del Santuario. È la bolla di un Papa un po’ “balosso”, di Alessandro VI Borgia. Su richiesta di alcuni saronnesi, capeggiati da Manfrino Visconti, venne fatta al Papa la richiesta che i soldi raccolti durante le funzioni potessero essere usati anche per costruire. Il papa ha dato questa concessione e nella bolla è stato scritto che questa chiesa rimane di proprietà della comunità di Saronno e non di proprietà ecclesiastica. Inoltre c’è scritto che questa chiesa dovrà essere gestita da personale incaricato dai saronnesi: tre popolani e due nobili. Ed è stato così fino al 1817». 

Uno momento di storia di Saronno che tutti possono vedere insieme a molte altre curiosità che contribuiscono a dare alla città una propria identità. Il museo è gratuito per tutti ed è aperto normalmente due domeniche al mese, durante le giornate di visita del Santuario.

 


Redazione VareseNews
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Pubblicato il 26 Aprile 2002
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