L’Anolf di Varese: «La legge Bossi-Fini? Punisce l’immigrato»

Thierry Dieng, portavoce di più di tremila immigrati in provincia, spiega il suo punto di vista sulla proposta all'esame del governo

«Quello che più mi spaventa della legge Bossi-Fini è che non punisce l’immigrazione clandestina ma punisce l’immigrato». 
Thierry Dieng, co presidente della sede varesina dell’Anolf, l’Associazione Nazionale Oltre le Frontiere, si fa portavoce di tutti gli stranieri, non importa che vivano a Varese o in Sicilia. 
E la situazione dell’immigrato, Thierry Dieng, dipendente della Whirlpool la conosce molto bene: perché l’ha vissuta sulla propria pelle nera (è franco senegalese) e perché quasi ogni giorno deve dare una mano a chi arriva a Varese e si trova smarrito e senza punti di riferimento. In Provincia di Varese gli stranieri sono tra i 3 e i 5 mila; una cifra esatta, se si cerca di censire anche i clandestini, è praticamente impossibile.  
«Forse dirò una cosa ovvia ma quello che mi dà più fastidio è che si stia studiando una legge sull’immigrazione senza coinvolgere gli immigrati o le associazioni che si occupano degli stranieri. Mi sembra un atto di presunzione pericoloso: noi abbiamo un’esperienza maturata in anni di lavoro sul campo. 
Molti di noi all’Anolf, che è un’associazione che opera su tutto il territorio nazionale, hanno una certezza: la legge Bossi-Fini non fermerà mai le carrette dei mari, né il flusso dell’immigrazione. Ci vuole ben altro. Bisogna andare alla radice del problema il che significa analizzare il fenomeno dell’immigrazione nel suo insieme. 
Non è facile e richiede una forte collaborazione con gli altri paesi per spiegare che l’Italia non può risolvere i problemi di chi ha fame ed è disperato e per studiare insieme una politica di integrazione culturale dell’altro». 
Ma quali sono i punti "negativi" della legge, secondo voi dell’Anolf? L’obbligo delle impronte digitali?
«Non direi proprio. Questa cosa è stata enfatizzata ma non è il vero problema. Tra l’altro gli stranieri sono abituati a mettere le loro impronte sulla carta d’identità e la cosa non li mortifica. 
No, i problemi sono altri come ad esempio l’abrogazione della figura dello sponsor, prevista dalla Turco-Napolitano, e usata soprattutto dalle famiglie per assumere nuove colf. E poi ci sono tanti altri aspetti nelle pieghe di questa legge che secondo noi, davvero, colpiscono l’immigrato e non l’immigrazione clandestina.
E la cosa peggiore è essere spettatori impotenti».


Redazione VareseNews
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Pubblicato il 03 Giugno 2002
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