L’ospedale venderà appartamenti per costruire il nuovo padiglione

Mancano i finanziamenti pubblici e il direttore generale pensa ad alienare beni immobili provenienti da donazioni

L’azienda ospedaliera ci riprova. E conferma il proposito di costruire un nuovo padiglione nello spazio attualmente utilizzato dal parcheggio (foto). L’ospedale bis, quattro piani in altezza e tre sotterranei, è un vecchio sogno dell’attuale direttore generale Giovanni Rania, rimasto finora nel cassetto. La richiesta di finanziamento a Roma è stata bocciata, ma la direzione generale non intende rinunciare al progetto. Uno studio geologico, effettuato nei mesi scorsi, ha dato esito positivo per quanto riguarda la stabilità del terreno; il piano regolatore considera la zona edificabile, ma subordina il permesso a una concessione di posti parcheggio pubblici. Attraverso una convenzione con il comune i tre piani sotterranei verrebbero dunque utilizzati sia dai dipendenti (gestione Agesp) che dai cittadini.
Il vero problema è la mancanza di un apposito finanziamento pubblico. Il dottor Rania prova a delineare alcuni scenari. Il primo è quello dell’asta di beni immobili in carico all’azienda. «Abbiamo appartamenti di proprietà – racconta il direttore generale – che sono frutto di donazioni private. Potremmo metterli sul mercato. Lo stesso si potrebbe fare con villa Sironi, la vecchia sede della scuola infermieri».
Una parte dei soldi necessari verrebbe così recuperata con risorse interne. Per il resto, la strada potrebbe essere quella del project financing, oppure ritentare con i finanziamenti pubblici.
Il direttore generale spera di poter dare la notizia dell’inizio dei lavori prima del 2003, quando scade il suo mandato quinquennale affidatogli dal presidente della Regione Lombardia. Rania è uno dei direttori generali che hanno rispettato i parametri imposti dalla Regione, ma la sua riconferma non è un fatto scontato. Per il numero uno dell’azienda è quasi tempo di bilanci. «Devo dire che ringrazierò il presidente Formigoni qualunque sia la sua decisione. Questa esperienza nella sanità – spiega – è stata per me la più bella della mia carriera, spesa tutta in enti statali. Ogni uomo ha nella vita un’ideale: il mio è sempre stato quello della solidarietà. Fare il dirigente dell’ospedale mi ha dato la possibilità di fare qualcosa di concreto per chi soffre».


 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 31 Ottobre 2002
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