«Un coro di banalità sulla sicurezza nei cantieri»

Il segretario della FILLEA CGIL Domenico Lumastro risponde con una lettera aperta all'editoriale del direttore di Rete 55

Riceviamo e pubblichiamo

Ieri sera, 30 ottobre, ho ascoltato al TG di rete 55 l’editoriale di Gianluigi Paragone e non nascondo il mio sconcerto e la rabbia nel costatare l’insieme di volgarità da lui esternate. A poche ore dalla morte di due giovani sul lavoro il direttore di rete 55 non ha trovato di meglio che unirsi al coro di banalità diffuse con disinvoltura dalla stampa di regime, rinfocolando una polemica pretestuosa e totalmente priva di argomenti contro il sindacato e la CGIL ( accusati fra l’altro di poco impegno proprio sul tema della sicurezza). Il mondo viene a parole capovolto: coloro che s’impegnano per tutelare i diritti sono i colpevoli della scarsa sicurezza e gli imprenditori, i committenti, i coordinatori alla sicurezza, gli Enti preposti ai controlli se ne escono dalla porta laterale, sgravati dalle loro responsabilità . Non voglio qui ricordare le iniziative, le battaglie che la CGIL ha sostenuto in questi mesi sui diritti, compreso quello sulla sicurezza sul lavoro anche con il ricorso allo sciopero. L’impegno per una maggiore sicurezza sul lavoro e contro il lavoro nero è sempre stata una battaglia della Fillea-Cgil di Varese. E’ proprio in questi mesi stiamo cercando di realizzare la contrattazione preventiva sulla sicurezza. Una formula già sperimentata in alcuni cantieri, come Malpensa duemila e ultimo quello per la costruzione del nuovo ospedale di Varese, che ha permesso di ottenere buoni risultati proprio sul fronte della sicurezza e della legalità. La sicurezza in edilizia è una battaglia che può essere vinta o comunque può essere affrontata ad armi pari se la giochiamo prima che si apra il cantiere. Ad esempio nel cantiere di Cittiglio come si è programmato lo scavo? Cosa si è previsto per impedire la caduta del materiale, la frana della parete e l’urto alle persone da parte dei mezzi meccanici? La prevenzione non deve essere una questione episodica, ma deve diventare una questione di programmazione, di pianificazione e di investimento di risorse e mezzi volti a questo scopo. Perché questo processo preventivo raggiunga i suoi effetti bisogna avere un sistema di controlli efficienti, adeguati, tempestivi. A Paragone voglio solo rammentare che se vuole effettuare informazione/inchiesta può farlo alzando il sedere dalla sedia e girando sul territorio. Chi gli impedisce di farsi autonomamente un giro nei cantieri (ad esempio del Tradatese) e costatare di persona quali sono le condizioni in cui si lavora? Nel suo editoriale Paragone ha sostenuto di aver sempre richiesto ai sindacati di portarlo in giro e mai nessuno dei sindacalisti si è reso disponibile a ciò. Per non fare affermazioni gratuite, faccia i nomi delle persone cui si è rivolto. Noi della Fillea non abbiamo mai ricevuto nessuna richiesta di questo tipo dal direttore di rete 55. Ogni qualvolta c’è stato richiesto di collaborare ad iniziative locali e nazionali (ad esempio Circus di Michele Santoro, TG2 Dossier, il programma del TG3 con Enrico Deaglio) non ci siamo mai tirati indietro, anche contrastando un certo tipo di padronato aggressivo e violento. Comunque ci rendiamo disponibili a visitare il territorio insieme a Rete 55, per verificare da vicino qual è la condizione vera dei cantieri e di chi sono le responsabilità della loro conduzione. Un’altra proposta vorrei fare al signor Paragone: vada a indagare che fine hanno fatto i processi, le inchieste sugli "omicidi" avvenuti sul lavoro in provincia di Varese. Quanti e chi hanno effettivamente pagato, per non aver attuato misure di sicurezza e determinato le morti sui cantieri. E’ inaccettabile che in un Ente pubblico, il committente dopo l’aggiudicazione dell’appalto sì estranei da quelle che saranno le concrete condizioni di lavoro di chi realizza l’opera e non vigili sulla sicurezza.

Non bisogna abbassare la guardia. Il tema della sicurezza richiede un impegno concreto, giornaliero. Invece l’attenzione è forte solo quando avvengono le tragedie, quando si muore di lavoro. E’ di prioritaria importanza quindi battersi affinché ci sia uno sforzo su più fronti, rispetto e controllo delle norme, prevenzione e formazione soprattutto per le fasi lavorative più pericolose. 

Domenico Lumastro 
Segretario Fillea-Cgil Varese 
Varese, 31 ottobre 2002

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 31 Ottobre 2002
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