Piano socio economico, anche Legambiente chiede un tavolo di confronto
Dopo la presa di posizione di Rifondazione, anche l’associazione ambientalista punta a rivedere lo strumento di programmazione sospeso da Villa Recalcati
Un piano di programmazione socio economico che comprende progetti troppo generici, prevedendo al contempo un "potenziale sblocco di edificazione piuttosto che l’identificazione di aree necessarie all’attuazione di progetti atti a garantire lo sviluppo montano".
Con le stesse "armi" con cui la Provincia di Varese ha congelato il piano socio economico della Valceresio, la locale delegazione di Legambiente torna all’attacco, chiedendo un tavolo di confronto aperto che dia la possibilità a tutti gli attori interessati – associazioni, partiti, sindacati e cittadini – a riformulare quanto contenuto nello strumento di programmazione.
Dopo la presa di posizione di Rifondazione Comunista, che nei giorni scorsi per bocca del segretario provinciale Bonometti aveva criticato il piano chiedendo un confronto, anche Legambiente interroga i vertici dell’ente di Arcisate circa la possibilità di aprire un tavolo per discutere dei contenuti.
"A nostro avviso, – fanno sapere i responsabili di Legambiente – il PPSSE elaborato dalla Comunità Montana ha come obiettivo dominante la modificazione urbanistica in senso espansivo e pertanto non corrisponde, nei contenuti, agli specifici bisogni di sviluppo socio economico della valle. Pertanto Legambiente chiede che tale piano non sia riadottato con gli identici contenuti approfittando di variazioni della vigente legislazione (abrogazione della L.R. 19 aprile 1993 n. 13) né tantomeno rinviato alla Provincia con modifiche di facciata che si discostino dagli obiettivi del piano socio economico come previsto dalla legislazione regionale, ma che questo piano sia abbandonato.
Il piano urbanistico vigente è tuttora valido e la Comunità Montana si deve far carico di verificare l’applicazione e il rispetto da parte dei Comuni e dei cittadini".
Legambiente punta il dito su numerose priorità che riguardano la Valle, dal riequilibrio dell’assetto idrogeologico del territorio alla riconsiderazione dei modelli di sviluppo dell’edificato, dalla salvaguardia effettiva e assoluta delle risorse idriche alla creazione di un parco per la protezione della valle della Bevera, dove si trovano le maggiori risorse idriche da cui attingono gli acquedotti della città di Varese e dei comuni della Valceresio.
Altri punti fondamentali: un nuovo concetto della mobilità pubblica con la creazione di un asse prioritario su ferro da Varese a Porto Ceresio, con il collegamento verso Stabio, riequilibrando tutti gli anacronistici trasporti su gomma al fine di contenere il più possibile il traffico veicolare, e una puntuale e circostanziata attenzione circa le più importanti esigenza sociali ed economiche vedi occupazione, assistenza sanitaria, istruzione, tempo libero, giovani.
"Auspichiamo pertanto – concludono gli ambientalisti – la riapertura di un tavolo di confronto esteso a tutti gli interlocutori pubblici e privati, su basi sostanzialmente nuove, che porti all’inversione degli attuali modelli di sviluppo obsoleti, e nel contempo consenta l’emergere dei bisogni e dei relativi interventi da realizzare in un ordine gerarchico chiaro e inconfutabile, in riferimento a piani sovralocati (patti territoriali – carta di Alborg, Agenda 21 e altri)".
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