Sassi gratis per la ricostruzione ma le tasse non perdonano

Il dono degli svizzeri per la provinciale 61 distrutta dall'alluvione non sfugge all'Iva doganale. Reguzzoni: «Roba da Gabibbo»

Gli svizzeri regalano i sassi per costruire la strada crollata e la Provincia ringrazia, ma non sfugge alle maglie delle tasse doganali che impongono il 20 per cento di Iva sul valore dei beni che varcano i patri confini. Presto il Gabibbo arriverà a Cremenaga per indagare sull’assurda vicenda?. Si, se dipendesse da Marco Reguzzoni, Presidente della Provincia di Varese. Non è uno scherzo, ma una vicenda che ha il sapore dell’assurdo, dato che a chiedere l’intervento del rosso panciuto difensore delle ingiustizie e del malgoverno è questa  volta proprio chi le stanze del potere le abita.
Tutto inizia qualche giorno fa quando, dopo quasi un mese dal crollo della provinciale 61 dovuto all’erosione del fiume Tresa, e valutata la penuria di materiali di riempimento provenienti dall’Italia, il Canton Ticino offrì gentilmente massi dalla cava del Ticino a Rivera, e "gratis". La parolina magica, frutto dell’amicizia tranfrontaliera, si è però trasformata in un’autentica doccia fredda, quasi una beffa per gli amministratori della provincia: i sassi saranno anche gratis, ma l’iva sul loro valore va pagata, e cara: un quinto di quanto valgono. Incredulo, il presidente Marco Reguzzoni non può che confermare, buttandola, forse impropriamente, sulla politica. «E’ il frutto di una visione centralista dello stato – ha affermato Reguzzoni – : in uno stato federale questo non sarebbe mai successo».
Cosa fare in questi casi? «Sarebbe stato meglio se la notizia fosse arrivata a carnevale – conclude Reguzzoni – almeno avremmo fatto finta di essere oggetto di uno scherzo. Intanto stiamo seriamente valutando l’ipotesi di chiamare il Gabibbo, in modo da sottoporre all’opinione pubblica questo grottesco avvenimento». Sull’ammontare della somma da pagare ancora non si sa nulla, dato che è presto per identificare le quantità di massi – i "ciclopi", così chiamati per le loro dimensioni – che giungeranno sulle rive del Tresa per essere impiegati per la costruzione dei nuovi argini.


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Pubblicato il 23 Dicembre 2002
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