Sea, liberalizzazione rischiosa per i lavoratori

Dopo il presidio a Milano sindacati preoccupati per i 459 posti a rischio. Uil: servono più garanzie

Erano 200 i lavoratori di Sea handling che hanno manifestato con un presidio pacifico, ieri, davanti a palazzo Marino, sede del municipio milanese. I lavoratori sono stati ricevuti dai capigruppo di maggioranza e opposizione, che hanno ascoltato le ragioni dei manifestanti e si sono impegnati a convocare entro metà gennaio una riunione congiunta delle commissioni bilancio e trasporti. I capigruppo hanno inoltre dato rilevanza politica alla richiesta dei sindacati di salvaguardia dei contratti e dei livelli occupazionali. Sarà infatti presentata nel prossimo consiglio una mozione a favore del decreto 18 del 1999, norma che obbligava le aziende ad assumere, a livello contrattuale invariato, i dipendenti provenienti dalle aziende pubbliche. 
Il comune di Milano, azionista di maggioranza di Sea, ha in programma da tempo la privatizzazione dell’ente. I sindacati si oppongono attualmente alla cessione del 30% delle quote, una misura paventata negli ultimi mesi. Ma soprattutto, come spiega Antonio Albrizio, segretario provinciale dei trasporti della Uil, chiedono garanzie rispetto al mantenimenti dei livelli contrattuali e occupazionali. 
E’ infatti di due giorni fa la notizia che Sea ha inviato una lettera al ministero, paventando un possibile esubero di 459 lavoratori dell’handling. La cifra si ottiene sommando ai 59 che Ata, la società concorrente di Sea Handling, non vuole integrare, a una quota di mercato che l’ex monopolista prevede di perdere nelle prossime gare di aggiudicazione. Queste ultime dovrebbero essere convocate da Enac a Roma entro qualche settimana. «Andare all’aggiudicazione senza un sistema di garanzie mette i pericoli molti posti di lavoro» spiega Albrizio. Le tutele infatti, c’erano ed erano garantite dal decreto 18 del 1999. Oggi i privati ritengono decaduto il decreto. E il futuro è denso di incognite. Il disegno di legge Romani sulla riorganizzazione dei servizi aeroportuali non prevede infatti le tutele di riassunzione, in un pacchetto che tuttavia viene considerato da più parti indispensabile per mettere fine al balletto delle competenze e responsabilità, già visto nella incredibile vicenda della sciagura aerea di Linate.

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Pubblicato il 17 Dicembre 2002
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