Sharon Isbin: la tradizione della chitarra

Una performance attraverso la tradizione con qualche incursione nella modernità

La performance di Sharon Isbin al Teatro Sociale scorre sul filo della tradizione e della consuetudine. La chitarrista americana, tra le più acclamate e conosciute al mondo, esibisce un programma che comprende musiche dal tardo ottocento sino ad oggi. Tra queste, alcune tra le pagine più eseguite, che àncorano la chitarra ad una visione un po’ passata; Recuerdos de la Alhambra e Capricho Arabo di Francisco Tarrega, Asturias di Isaac Albeniz, eseguite con un buon piglio tecnico ma senza particolari slanci, si alternano a pagine più moderne come El Decameron Negro a lei dedicata dal celeberrimo compositore cubano Leo Brouwer. Infine, anche un’incursione nei linguaggi della contemporaneità con un brano del cinese Tan Dun; una chitarra indagata attraverso una variegata tavolozza timbrica ma con una sostanza abbastanza diluita.

Sharon Isbin chiude con la bellissima Tarantella del compositore fiorentino Mario Castelnuovo-Tedesco che appare come la cosa migliore dell’intero concerto. Concede due bis attraverso un Vals del paraguayano Agustin Barrios Mangorè ed un brano tradizionale ebraico attraverso il quale rivela le sue origini.
In conclusione, l’artista da buona prova di se mostrando una tecnica brillante e una navigata esperienza scorrendo però su binari che legano lo strumento ad una visione monocolore e un po’ superata.

Il prossimo appuntamento al Teatro Sociale è per Sabato 18 Gennaio alle ore 20.45 con la chitarra romantica di Raphaella Smith. Concluderà infine Domenica 30 Marzo alle ore 16.30 con il brillantissimo trio parigino Contempo attraverso i sapori sanguigni e passionali del tango argentino.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 14 Dicembre 2002
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