«Se la guerra sarà lunga le aziende licenzieranno»

Malpensa – I dipendenti saranno lasciati a casa con ferie e riposi. Ma la mancanza di ammortizzatori sociali non lascia scelta

Aria di crisi nel trasporto aereo. La paura di un conflitto in Iraq avrà ripercussioni pesanti sul mercato: questo è sicuro. «Alcune aziende si stanno già organizzando – spiega Piergianni Rivolta, segretario provinciale della Filt Cgil – sappiamo che si preparano a utilizzare ferie e riposi per lasciare a casa i dipendenti. Non ce lo hanno ancora comunicato, ma è solo questione di giorni». Le contromisure aziendali contro il calo del traffico, sono attese un po’ da tutti. Si ricorda, in particolare, quanto avvenne nel 1991.
Quanti sono i posti a rischio? «Qualche migliaio – fa notare Rivolta – basta pensare a un dato per tutti: Alitalia ha paventato una diminuzione del 40% su Malpensa, e la compagnia di bandiera gestisce il 25% dei movimenti dello scalo milanese».
L’emergenza legata al conflitto arriva a turbare un orizzonte già annerito dalle nuvole della liberalizzazione dei servizi di terra. La Sea, dopo anni di monopolio, ha perso alcuni appalti, e il pericolo è quello che non riesca a ottenere commesse sufficienti per utilizzare tutti i lavoratori in capo alla controllata Sea handling. La settimana scorsa ha raggiunto un accordo con Volareweb, la nuova compagnia italiana low-cost, ma non è detto che i problemi siano risolti con la firma di quel contratto.
Esiste un piano per affrontare un’eventuale drammatica emergenza occupazionale? «No – ammonisce – Antonio Albrizio, sindacalista della Uil – siamo in un momento di interruzione delle relazioni sindacali con la Sea. Il problema è stato portato anche al ministero». Da più parti si chiede al governo di attivarsi per tamponare con ammortizzatori sociali la crisi, che scoppierà, con ogni probabilità, dopo la prima bomba su Baghdad. Altrimenti, molti lavoratori, saranno lasciati a casa. In ferie. O a riposo. Di licenziamenti nessuno vuol sentir parlare. Ma Piergianni Rivolta non è ottimista: lo “spettro” aleggia. Dipende tutto da George Bush: se la guerra sarà breve, i danni saranno limitati. Un conflitto prolungato, invece, metterà a dura prova tutto il mondo del lavoro varesino.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 10 Marzo 2003
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