Frane e alluvioni, il Varesotto sotto la lente degli esperti
Provincia – Uno studio del Politecico di Milano per censire le zone minacciate dalle frane. Villa Recalcati fra le prime amministrazioni in Italia a dotarsi di questo strumento
Una mappa delle aree critiche per frane e smottamenti capace, oltre che ad indicare le zone a rischio, di stabilire la quantità di materiale franoso e il punto dove potrà avvenire il distacco di pareti o costoni.
Una vera e propria “carta della pericolosità” – così la chiamano i tecnici – verrà realizzata dal Politecnico di Milano, Polo regionale di Lecco, per essere consegnata alla Provincia di Varese entro la fine di agosto; prima, cioè, del periodo autunnale che da alcuni anni a questa parte genera disastri che comprendono anche eventi franosi (vedi Cremenaga, Maccagno ma anche altri fenomeni minori).
La realizzazione della mappatura costerà alla provincia 90 mila euro e di fatto mette in pratica una normativa regionale sulla prevenzione che obbliga le province a dotarsi di strumenti del genere.
L’incarico per la redazione dello studio è stato affidato ad un team guidato dalla geologa Monica Parini, professore associato di Geologia applicata presso l’ateneo milanese, a capo di uno staff che si occuperà di reperire i dati sia sulle precedenti frane riguardanti i versanti montuosi, che su nuovi rilevamenti. «Questo piano permetterà alla protezione civile di gestire le emergenze dovute a rischio geologico servendosi di dati scientifici – ha spiegato la professoressa Parini – con un grado di precisione basato su modelli matematici in grado di calcolare la pericolosità, da imputare al fatto che una frana si stacchi o meno, e il rischio, relativo invece alla previsione del punto in cui la frana potrà abbattersi: in pratica l’incidenza che essa possa coinvolgere o meno centri abitati».
Una vera e propria manna, insomma, per le zone montane colpite in passato dal distacco di frane più o meno ampie e che hanno spesso tenuto col fiato sospeso i vertici della protezione civile provinciale, come avvenuto nello scorso novembre a Cremenaga, quando una frana, in procinto di staccarsi, minacciò il corso del Tresa.
«Varese è tra le prime province d’Italia, se non addirittura la prima – ha affermato l’assessore provinciale alla protezione civile Christian Campiotti – a dotarsi di uno strumento di questo tipo. Si completa così un importante tassello relativo alla prevenzione che vede la Provincia non solo impegnata nella formazione dei volontari, ma anche nella predisposizione di interventi per operare sulle calamità, ultimo dei quali l’imminente completamento dell’ufficio al terzo piano di Villa Recalcati che fungerà da sala operativa per il coordinamento provinciale della protezione civile»
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