L’ufficio stranieri rischia il ko
Alla scadenza l'amministrazione comunale non rinnoverà il contratto a Silvio Pieretti, responsabile del servizio da 12 anni
Sempre in prima linea. Da dodici anni dirige il servizio per gli immigrati, uno degli uffici dove pochi vorrebbero lavorare. Silvio Pieretti non vuole commentare perché ovviamente è troppo coinvolto nella vicenda. «Ringrazio solo tutti quelli che mi stanno cercando per rinnovarmi la loro stima e il loro affetto. Ho sempre fatto il mio dovere al servizio di tutta la città e mi piacerebbe continuare a farlo. Tutto qui».
Tanta amarezza e basta. Comprensibile per un uomo che ha segnato un pezzo della storia dell’immigrazione a Varese.
Nei giorni scorsi la notizia che il funzionario “storico” del servizio, Silvio Pieretti, alla scadenza del suo contratto che lo distacca dalla Regione al Comune, se ne dovrebbe andare lasciando il servizio. Chi ha avuto modo di conoscere Pieretti o di frequentare il centro capirà perfettamente quale perdita subirebbe tale servizio. Se le mura degli uffici immigrati potessero parlare, pronuncerebbero parole in decine di lingue diverse provenienti da ogni continente. Magistrale il suo lavoro di mediazione quando qualcuno cercò di incendiare la questione legata alla Moschea. Coraggiose le scelte in tema di infanzia e di riaccompagnamento dei ragazzini abbandonati e sfruttati dai racket.
Daniele Michieletto, direttore generale del Comune, non smentisce la notizia, ma ci tiene a puntualizzare la posizione dell’amministrazione. «Non solo non c’è alcuna intenzione di chiudere un’esperienza importante, ma la mia stima nei confronti di Pieretti è enorme e stiamo facendo il possibile per non perderlo. Questo però non può condizionare scelte dell’amministrazione comunale ormai prese oltre un anno fa. Stiamo lavorando per valorizzare le risorse umane interne e per ridurre dei costi troppo elevati. Pieretti potrà restare a Varese. Glielo abbiamo chiesto apertamente, ma non potrà farlo restando in carico alla Regione. Noi lo possiamo assumere, ma con il contratto del Comune».
Il ragionamento di Michieletto poggia su una valutazione di tipo organizzativo. «Non possiamo tutte le volte fermarci di fronte a casi personali. Cadremmo nell’immobilismo più assoluto. L’organizzazione ha delle logiche che devono prescindere dai singoli problemi. Il servizio resta assicurato perché continueranno a lavorarci tre persone».
Una posizione che in via di principio sembra non far alcun difetto, ma che in realtà lascia molte domande aperte.
Non ci gira intorno Sergio Moia, segretario della Cisl. «Hanno più volte provato a smantellare questa esperienza. La Lega arrivò a presentare un emendamento specifico in Consiglio Comunale. Ora si tira fuori la questione economica, ma se ne accorgono solo adesso della posizione di Pieretti? La verità è che è in corso una campagna ancora una volta contro gli immigrati. Spero per tutti che si trovi una soluzione che ci permetta di avere ancora il prezioso lavoro di Silvio Pieretti».
Quello che lascia davvero allibiti è pensare che davvero per una questione di piccolo impegno finanziario si depotenzi un servizio così delicato. Verrebbe facile fare subito confronti su capitoli di spesa già più volta contestati all’amministrazione. Per tutti si pensi solo ai due assessori in più, al potenziamento del settore comunicazione o agli ultimi investimenti in tema di arredi degli uffici di assessori e alti funzionari.
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